CYBER CROSS: IRA
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31/10/2008Un esordio che mi ha lasciata un po’ spiazzata, questo dei Cyber Cross, e se devo dirla tutta, dopo il primo ascolto è stato difficile inquadrarlo come stile, facendo crescere in me un cattivo presagio. Ma sono bastati alcuni ascolti più attenti per spazzare via tutti i dubbi al riguardo, e dopo questa premessa, la mia recensione può avere inizio. La band nasce nel 2006 e riunisce a sé musicisti di grande talento e capacità, che già avevano militato in altri gruppi, per cui l’esperienza non manca loro di certo. Con questo 'Ira' propongono un heavy metal con forti tendenze trash e dark, dove importante è il lavoro di Nick Savio (White Skull, Vicious Mary), la cui chitarra regala momenti di estro creativo al sound, alternandosi tra riff “cattivi” e potenti e momenti più melodici e oscuri; a questo si aggiungono e si fondono le note gravi del basso di Simon Dredo e la ruggente batteria di Camillo Colleluori. Il risultato è uno stile aggressivo e travolgente, dove ci sono pochi attimi di respiro, tanto è forte l’impatto della loro musica. Ma non è tutto: la ciliegina sulla torta è il singer della band, Alex Bevivino (Tron), capace di passare dallo scream e growl più rabbioso a linee più pulite senza la minima indecisione. I risultati si sentono in pezzi come "Real Nasty", "Animal Transistor", "Cyber Cannibal" e "El Medico Asesino", tra i più significativi dell’album, mentre la cover di "Rain" dei The Cult mi riporta alla mente quella fatta dai Theatres Des Vampires per Anima Noir,e la differenza si sente: più grintosa una, più anni 80 l’altra. Il resto delle canzoni, a parte "Zombie Tv", non raggiunge lo stesso livello delle prime, ma senza intaccare il valore di un lavoro che rimarrà nei vostri lettori cd a lungo.
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