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CRYSTAL EYES: WORLD OF BLACK AND SILVER

data

30/11/2005
65


Genere: Heavy Power
Etichetta: Heavy Fidelity
Anno: 1999

Un debut particolare questo dei Crystal Eyes, band nordica che sceglie di distaccarsi dalle sonorità ormai tipiche del Northern Power, recuperando piuttosto stilemi ormai legati un genere che molti definirebbero superato. Nel 1999 di musica di questo genere non è che se ne trovasse molta, ed è per questo motivo che i Cystal Eyes appaiono così interessanti. Innanzitutto va detto che la definizione Heavy Power è ben calzante, visto che i "nostri" scrivono una musica ibrida, da una parte caratterizzata dalle tendenze del tardo Classic (l'Heavy post-Judas Priest di "Ram It Down", per intenderci), con chitarre potenti e ritmiche quadrate; dall'altra parte si fa sentire un richiamo al Power della matrice nordica primordiale (quello tedesco degli anni '80). Su tutto, spicca un vocalist sconcertante. Ho usato questo termine, "sconcertante", perchè c'è qualcosa di estremamente particolare nella voce di Dahl, ed al tempo stesso estremamente difficile da definire. A complicare le cose ci si mette un mixaggio abbastanza casereccio, ed ecco che la voce diviene quasi indefinibile, in quanto tende ad essere sopraffatta dagli altri suoni. Nel complesso l'impressione è che si tratti di una voce dalla limitata estensione, che si seppellisce in cori estremamente semplici (due, tre voci al massimo) che aumentano l'impressione di un disco incredibilmente "puro", semplice, tutto tranne che costruito: di certo nessuno penserà che ci sia dietro un chissà quanto massiccio lavoro di rifinitura al computer. Alla lunga però si scoprono passaggi come il refrain di "The Dragon's Lair" o il bridge centrale di "Eyes Of The Forest Gloom", e ci si deve ricredere circa le effettive capacità del vocalist, che pare aver studiato dalle parti di Halfordlandia, visti gli scream di ottima qualità di cui fa (sporadicamente) dono. Una nota merita il songwriting, vario ed imprevedibile: gli undici brani si distribuiscono evidenziando due "categorie" abbastanza nette: l'una dal sapore nostalgico (ad esempio ritmiche o vocl lines Piestiane o riff Maideniani), l'altra ("The Dragon's Lair" su tutte) più leggera, quasi ai limiti, melodicamente parlando, dell'idea dell'Happy Metal.

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