CRANIMO: CRANIMO
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10/04/2007Debut sulla lunga distanza per gli italiani Cranimo, autori di un robusto nu rock. Così recita la bio giustificando la scelta della categoria con la passione per il metal del quartetto. Ed in effetti basta poco per sentire che “Cranimo” è un disco senza dubbio rock che ha le sue radici nel metallo, ovviamente quello più contaminato e moderno, che si tratti di Korn, Deftones o Tool, i Cranimo assorbono nel loro stile uno spettro molto ampio di sonorità recente e ‘post’. Con un platter che si protrae per ben quindici brani (tutti cantati in italiano, con testi che cercano perlomeno di staccarsi dai soliti clichèe sanremesi riuscendoci a metà; del resto non è facile), ma c’è da dire che molti di questi sono estremamente brevi e concisi, alcuni addirittura degli intermezzi strumentali elettrico/elettronici, i Cranimo sfogano la loro voglia di rock e metal in modo senz’altro professionale; la produzione di alto livello aiuta i quattro ragazzi a massimizzare l’impatto dell’album, ma il risultato finale è ahimè tutt’altro che riuscito. “Cranimo” è vittima della sindrome in cui rischia di cadere il 99% dei gruppi nu metal/nu rock/crossover/post-qualcosa, ossia la banalità e il ‘sa di già sentito’. Spesso i brani risultano scialbi e poco ispirati ("Polvere" su tutti), il che alternato a composizioni di buon livello (“E’ Possibile!”, “Bianca Luce Distante”, “Speranza Sterile”) rende la valutazione incerta ma sicuramente puntata ad un’insufficienza, seppur non grave. In fin dei conti i Cranimo devo lavorare sulla loro forma canzone e sulla personalità, visto che questo omonimo debut suona quasi come un’occasione sprecata.
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