COCTEAU TWINS: TREASURE
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30/11/2005I buoni riscontri ottenuti da "Head Over Heels" e la soddisfacente attività live, galvanizza i Cocteau Twins che dopo un anno appena sfornano il successore del loro secondo album; tale uscita è preceduta dal solito ep, che questa volta però non contiene nessun brano di quelli inclusi nel nuovo album. "The Spangle Maker" contiene oltre alla title track, altri due inediti: "Pearly-Dewdrops' Drops" e " Pepper-Tree". Nessuno di questi pezzi (oltretutto molto belli) rivela un distacco dalle sonorità di "Head Over Heels"; si tratta di brani dal gusto pop, ma che mantengono l'aurea dark-wave del cd citato e dove vengono evidenziati sempre più i progressi vocali di una Liz Fraser ormai vicina allo stile che la renderà famosa. Con l'uscita dell'ep i Cocteau Twins cominciano anche la collaborazione col polistrumentista Simon Raymonde che arriverà fino alla conclusione della carriera della band. Niente faceva presagire lo sconvolgimento che invece era in atto: a fine 1984 vede la luce "Treasure" e per molti sembra cascare il mondo: questo disco è ancora oggi considerato tra i più influenti della storia del pop, gli stessi fan dei Cocteau Twins lo considerano uno dei punti più alti della carriera del gruppo e da qui nascerà pure il "dream pop", che vedrà epigoni come Lush, Sundays e mille altri alla caccia senza speranza di una magia irripetibile. "Treasure" rappresenta un nuovo inizio musicale e concettuale per il duo Guthrie/Fraser: il disco è una galleria di personaggi a volte reali, a volte protagonisti di miti e leggende, raccontati lungo dieci tracce che lasciano a bocca aperta e che vengono rappresentati con escursioni musicali che vanno dal folk ,alla musica etnica, dal rock alla musica classica, fino al jazz. Su ciò influiscono le influenze di una Fraser ormai vera e propria maestra del "bel canto" forgiata dallo studio dell' opera come del canto etnico e ammaliata dalle sperimentazioni di Kate Bush; Guthrie non è da meno e i suoi ascolti a base di jazz e King Crimson si fanno sentire pesantamente in successioni armoniche raffinatissime e in stratificazioni di chitarre, che vedono spesso al lavoro anche tre parti chitarristiche completamente differenti. L'apertura è affidata ad "Ivo" (brano dedicato al boss della 4AD che per primo credette nel gruppo) e subito si rimane affascinati: su un tessuto folk malinconico si stagliano due voci che sembrano appartenere a due cantanti diverse: in realtà e sempre Liz Fraser capace ormai di giocare senza limiti con registri "naturali" e da "soprano"; la successiva "Lorelei" è un rock paradisiaco reso immane dalla Fraser. Se "Beatrix" è la perfetta fusione tra celestiali duetti tra chitarre-sitar e virtuosismo vocale, "Persephone" è un sinth-rock irruento ma raffinato. I Cocteau Twins non si fermano e racchiudono il canto delle sirene in "Pandora (For Cindy)" brano che sarebbe da ascoltare solo per sentire cosa è in grado di fare Liz Fraser. In questo disco non c'è una sola caduta di tono e con "Amelia" si viene spediti in Grecia con sonorità folkloristiche e una voce che non finisce mai di stupire per bellezza e capacità interpretative; a dare respiro ci pensa "Aloysius" una ballata sognante ed ispirata ad una immaginaria costellazione visibile nei cieli d'estate. La track list continua con le dissonanze e gli interluidi jazzati di "Cicely" e sussurri da brivido di "Otterley", ma è solo l'antipasto per la grandiosa "Donimo" un brano di sei minuti e passa ai confini col progressive e dove i Cocteau Twins sembrano evocare un immaginario paradiso. Questo è "Treasure" un disco ancora oggi attualissimo e stupendo in ogni sua parte, da qui comincia l'ascesa dei Cocteau Twins che da questo cd diverranno un punto di riferimento per migliaia di musicisti e prepareranno il terreno per le future opere.
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