CIRITH UNGOL: Dark Parade
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11/11/2023I Cirith Ungol sono stati certamente uno dei gruppi più rappresentativi dell'epic metal negli anni '80 ed è stato un ritorno certamente molto gradito quello avvenuto con la pubblicazione di un nuovo album nel 2020, "Forever Black". A distanza di tre anni, segue questo "Dark Parade", un disco con il quale la band, a dispetto degli anni, dimostra di non dare affatto segni di cedimento, a parte il fatto che, come già annunciato, sarà l'ultimo lavoro insieme al chitarrista Jimmy Barraza. Di certo un peccato, perchè obiettivamente il lavoro chitarristico in quest'album è eccellente, tra riff decisi e di grande effetto e lead guitar dirompenti. In tal senso, per la verità, forse persino si esagera nell'opener "Velocity (S.E.P.)", una traccia quasi ai limiti dello shredding: insomma, un brano veloce, ma che non ci entusiasma particolarmente, a differenza del prosieguo della tracklist, che invece risulta davvero notevole, a tratti quasi sorprendente. La copertina, come sempre, in segno di continuità, raffigura Elric di Melibonè, l'eroe albino concepito dalla penna e dalla mente di Moorcok, con la sua spada Strombringer, ma le atmosfere di "Dark Parade", più che di ambientazione fantasy, sono alquanto dark, d'ispirazione lovecraftiana, con un sound tagliente, figlio di un heavy fortemente ottantiano e dalle tinte doom, sulle quali svetta la voce stridula di Tim Baker. Davvero notevole un pezzo come "Relentless", dove uno stile alla Mercyful Fate viene arricchito dall'utilizzo di scale mediorientali, creando un effetto molto particolare. Non si tratta però dell'unico caso dove la band osa tentare questo tipo di contaminazioni: basti ascoltare gli splendidi flamencati di "Sacrifice" o l'assolo blues su "Looking Glass". Tra gli highlight menzioniamo senz'altro anche la titletrack, caratterizzata da vari riff, tra cui, uno in particolare, dal forte sapore sabbathiano, e "Distant Shadow", anch'essa impreziosita da un lungo splendido assolo. Una menzione a parte merità però "Sailor On The Seas Of Fate", una traccia che si articola in oltre otto minuti, tra arpeggiati, riff ossessivi e lunghe cavalcate. Insomma, i Cirith Ungol con "Dark Parade" riescono a traghettare un ottimo heavy ottantiano direttamente fino ai giorni nostri e possiamo senz'altro affermare che i risultati sono davvero convincenti.
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