Corrupt Moral Altar: Mechanical Tides
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07/08/2014L'Inghilterra ha sempre dato dei buoni ritratti di sè stessa attraverso le proprie espressioni artistiche nel corso del tempo; compresi o meno dal pubblico, in terra albionica sono nati alcuni dei gruppi più importanti, e ciò si estende anche oltre i confini del nostro genere preferiti. Entrando però nello specifico, quando si ascolta un disco di grindcore inglese, subito scattano certe corrispondenze coi padri del genere, e non potrebbe non essere così. Il genere qui proposto è fra i più spietati, e non solo per gli ascoltatori: suonare grindcore è sempre "rischioso", i gruppi vengono spesso fraintesi, a volte a torto, altre a ragione. I Corrupt Moral Altar vengono da Liverpool, e da 'Mechanical Tides' si può intuire come la rabbia che vomitò i Carcass (proprio Jeff Walker presta le proprie corde vocali sul terzo pezzo del disco) non sia mai andata scemando; mentre i padri del goregrind tendevano però a velocità spasmodiche, la forza dei Corrupt Moral Altar, a distanza di trent'anni, sta nel midtempo di chiara matrice sludge e nel movimento che i loro pezzi riescono ad indurre nell'ascoltatore. Ancora una volta ci viene presentata una release priva di novità, eppure interessante, come probabile segno di rifiuto innanzi ai vari movimenti metalcore/djent estremamente prolifici, sicuramente sotto i riflettori ma privi forse della spontaneità che invece trasuda da un album come 'Mechanical Tides', dove appunto grindcore e sludge si uniscono per produrre qualcosa di interessante seppur fondamentalmente vecchio. Certe cose insomma non muoiono mai, e i Corrupt Moral Altar sono qui per ricordarcelo con una produzione assolutamente perfetta per il genere proposto e con una manciata di canzoni decisamente degne di attenzioni, a riprova che l'underground ha sempre qualcosa da proporre mentre i grandi nomi producono sempre più delusioni cocenti.
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