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CIRCLE II CIRCLE: THE MIDDLE OF NOWHERE

data

05/05/2005
80


Genere: Classic Metal
Etichetta: AFM
Anno: 2005

Nella stagione dei progetti solisti dei singoli membri dei Savatage, ecco tornare sul mercato il buon caro Zak Stevens con i suoi nuovi Circle II Circle. Stravolta totalmente la line-up, Zak si ripresenta più pimpante che mai con questo "The Middle Of Nowhere", logico erede di "Watching In Silence" del 2003 (debutto solista della ex ugola del menzionato gruppo floridiano). C'è da dire subito che l'approccio musicale di Zak non varia di molto rispetto al passato, sia per quel che riguarda il suo operato nei CIIC che per quella che fu la sua prova nei Savatage. Risulta più evidente che mai come il forte carattere di Zak e la sua impronta musicale, siano un segno indelebile nell'arte partorita dal singer americano, debitore all'infinito nei confronti di sua maestà Jon "Mountain King" Oliva. Detto questo, è superfluo sottolineare il fatto che in "The Middle Of Nowhere" si respira gran parte dell'atmosfera e si percepiscono a larghe mani le emozioni dei dischi dei Savatage dell'epoca di Zak, con la gradita variante di un lavoro di ricerca di sonorità o alterazioni finalizzate a scagionare il disco in questione dall'accusa di plagio. Rispetto al predecessore "Watching In Silence", TMON si presenta maggiormente incline ad enfatizzare le linee melodiche perdendo un pò delle caratteristiche sinfoniche del precedente album, pur non abbandonandole del tutto. Elementi nuovi, oltre al processo di maggior 'classicizzazione' del sound, sono i comunque discreti giochetti sulla voce di Zak: alcuni effetti filtrati o di alterazione vocale donano, infatti, quell'elemento di varietà che rende accattivanti alcuni brani dell'album. A livello di singole composizioni ci sono da segnalare la molto bella e varia opener "In this Life" (con i suoi momenti di varia velocità ed intensità) e la seguente "All That Remains" (scelta come primo singolo), entrambe molto in Sava-style. Ed ancora, le rockeggianti "Holding On" e "Cynical Ride", e le più sfacciatamente Sava-oriented "Hollow" (non sfigurerebbe su "Streets...") e "Psycho Motor" (più vicina agli ultimi Savatage, a metà tra il materiale di "The Wake Of Magellan" e "Poets & Madmen"). A chiudere il disco la strabiliante title track (un brano veramente bello e coinvolgente per la sua intensità) e l'acustica "Lost" (ottima per una chiusura in relax). Per quel che concerne la prova musicale, c'è da dire che i nuovi membri svolgono il loro compito garbatamente senza strafare (bene), ma allo stesso tempo anche senza personalizzare, con le proprie impronte, il sound complessivo, risultando così poco protagonisti (male). A dare un pò di spessore 'diffuso' alla musica, ci pensano, però, i sempre presenti Jon Oliva e Chris Caffery che, oltre a suonare nel disco, si dividono il lotto delle canzoni dal punto di vista del co-songwriting, con Zack, delle stesse. Altri special guest del disco (oltre, ovviamente, ai due citati Sava-members), sono Jim Morris al mixaggio ed alla co-produzione, Bernd Auffeman (chirrista dei tedeschi Angel Dust) che oltre a prestare la sua ascia alla causa, firma in compartecipazione con Zak, due brani di TMON, ed infine il bravo Matt LaPorte già membro della prima formazione della band e qui in veste di ospite e di spirito guida dei CIIC. Nell'edizione limitata del disco, vi sono un paio di tracce in più, vale a dire una versione live del brano "Watching In Silence" ed una sezione multimediale con videoclip e salvaschermo.

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