Brvmak: Captivitas
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10/04/2014A dispetto di una industria discografica (quella del Bel Paese, nello specifico) sempre più in crisi ed impantanata nelle sabbie mobili del servilismo, delle raccomandazioni e delle infinite gelosie e faide tra band, la scena estrema tricolore non mostra segni di cedimenti o debolezza ed, anzi, appare oggi più florida che mai grazie ad una lunga lista di band di assoluto spessore fautrici di lavori che, qualitativamente e professionalmente, nulla hanno da invidiare a nomi internazionali di consolidata fama. Sotto quest'ottica va dunque inquadrata la nuova fatica dei laziali (di Frosinone) Brvmak, quel 'Captivitas' composto, prodotto e registrato già da un anno ma che, per sfortunate vicissitudini, è dovuto restare purtroppo al palo fino ad oggi. Poco male, l'importante è che finalmente questo ribollente melting pot estremo sia disponibile per la gioia delle nostre sempre affamate orecchie. Sei tracce che si agitano come un inferocito leone in gabbia che sa attendere ed ingannare subdolo e sornione il proprio carceriere, aspettando il momento più appropriato per raggiungere la libertà: death black metal che ingloba al suo interno tutte le varie sfaccettature dei suddetti generi amalgamate con maestria ed ottimo gusto, graziato da una produzione potente che rende giustizia ad ogni singolo strumento e da scelte melodiche ed atmosferiche di spessore che fanno da giusto contraltare alla cattiveria ed alla violenza generale delle composizioni. Ogni membro della band ha dato il meglio di sé per la riuscita del platter ed il riscontro oggettivo di ciò è alla portata di tutti lungo i scarsi quaranta minuti di durata di un disco che non palesa mai un minimo calo di tono o di qualità. Questa è l'Italia che ci piace. Questa è l'Italia che merita. Alla faccia dei soliti quattro nomi e della generale spocchia che ammorba sempre più gli "ambienti che contano" nella nostra musica preferita. Avanti così!
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