BLUE DEERS: BLUE DEERS
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19/01/2008Si tratta di una rough version, ad opera di una band di Volterra che è avara quanto a notizie da dare su di sé e sulla sua musica. Sostanzialmente due brani e un intermezzo, per un totale di venti minuti in cui ogni traccia fa a gara con le altre per farsi ricordare un po' meno. Purtroppo non mi è dato sapere se questi due pezzi sono parte di un album che uscirà in futuro, ma sinceramente, dai presupposti, penso che non mi cambia nulla. Doom melodico e molto rude quanto inconsistente, sfumature drone ed influenze elettroniche; ricerca dell'agghiacciante e della massima freddezza possibile. Solo che nel tentativo ci si lascia andare a tutti i cliché del caso, senza una sola idea che stimoli l'ascoltatore a riascoltare e soprattutto, senza che l'ascoltatore percepisca quale sia la motivazione seria che porta i Blue Deers a incidere. L'artwork di "art" ha poco, solo una ostentazione di minimalismo a tratti sinceramente ridicola, che può persino infastidire chi rischia di far galoppare la sua miopia per leggere in un carattere non proprio ottimale delle scritte microscopiche in grigio, su uno sfondo nero, tra l'altro, stampate a bassa qualità.
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