SECRETS OF THE MOON: Seven Bells
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22/03/2012Passati tre anni da 'Privilegivm', il trio tedesco ci dà l'ennesima lezione di stile. I sette brani differiscono l'un l'altro donandoci cattiveria (l'opener dal piglio molto accattivante), la seguente "Goathead", che gioca d'atmosfera con chitarre che non tardano ad esplodere in un muro di suono agghiacciante, e quel rintocco di campane minaccioso che ritorna infame, ostinato, a dettare i tempi della terza traccia. "Serpent Messiah" ha un ritmo che prende subito, le linee vocali come al solito sono assurde e sorprende, mai come ora, ascoltare un Philipp Jonas in grande spolvero. Altra cosa da effetto sorpresa è questo insistere su ritmi quasi marziali, robusti, che vengono spezzati molte volte dai "soliti" tempi tipici del black metal. In ciò il trio tedesco è abile a miscelare il "già sentito" con impronte forti di chitarre a volte glaciali e tetre come in "Worship", o ancora nel finale ottimamente riuscito dove si congedano con due brani di lunga durata. La prima è "Nyx", lenta e ossessiva; la chiusura è invece affidata a "The Three Beggars" dove l'anima più schizofrenica della band esce fuori su un finale da riascoltare all'infinito. Si chiama classe.
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