BLOODBATH: THE FATHOMLESS MASTERY
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15/10/2008Nonostante la formazione stellare, nonostante la produzione battagliera, nonostante tutto, sono sempre stati in pochi a dare il giusto peso ai Bloodbath, side project di nomi fin troppo grossi e altisonanti. Ma abbiamo ragione di credere che dopo quanto fatto in questo magro 2008, saranno in molti a cambiare idea. Un live e un Ep di ottima fattura e, ciliegina sulla torta, il nuovo album. Cambiamenti pochi, ma sostanziali. Il sound è sempre quel Death scandinavo, direttissimo e compatto, che va ad arricchirsi, in questa sede, di spunti più violenti e moderni. Un po' si strizza l'occhio all'America, specie in episodi come l'opener "The Behest Of Their Death", con i suoi riff potenti e incisivi, elemento comune a tutti i brani, che nel loro insieme lasciano davvero poco respiro all'ascoltatore. Poi troviamo melodie angoscianti e cupe ad accompagnare i riff, che rievocano appieno gli oscuri tramonti delle lande svedesi. Ma parlavamo anche di moderno, elemento basilare della breve e groovegiante "Iesous" che richiama alla mente addirittura i Meshuggah. E le undici tracce di 'The Fathomless Mastery' proseguono nella loro missione distruttiva e annicchilente, come davvero difficilmente si poteva sperare, qualificandosi a pieni voti come una delle più piacevoli sorprese del 2008, dove tra la massa di deathster a bocca aperta trovate anche il sottoscritto. Diamine, ma per fare qualcosa di buono ci si deve mettere per forza gente come Akerfeldt o Nyström?
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