BLEEDING GODS: Dodekathlon
data
30/01/2018Secondo solenne capitolo discografico per gli olandesi Bleeding Gods, progetto che si rifà vivo a tre anni di stanza dal passato 'Shepherd of Souls. Avevamo lasciato dei ragazzi fortemente debitori del sound olandese, Sinister ed Asphyx su tutti, ma certamente solidi e capaci di carpire l’attenzione degli amanti dell’old school. Non a caso, quel disco fu prodotto per mano di Punishment 18 Records. Premesso ciò, vediamo ora il passaggio a Nuclear Blast con un cambiamento - non casuale per noi - dei suoni. Il tiro viene spostato al thrash/death con forti connotati melodici ed orchestrali di fondo, riprendendo un po’ idealmente la linea conduttrice dei Fleshgod Apocalypse, anche se in questo caso resta più selvaggio e violenta l’impronta di 'Dodekathlon'. In alcuni tratti la scuola di appartenenza del paese di origine rispunta con veemenza, "From Feast to Beast" è l’esempio concreto. Tutto ciò lascia spazio ad introduzioni ed intermezzi decisamente magniloquenti, supportati da una produzione fastosa ed in grado di mostrarci lineamenti vicini all’approccio di progetti del calibro di Behemoth. La capacità di affascinare della nera fiamma soggiace in qualche armonia e sfumatura, restando però in secondo piano di fronte alla potenza death delle suite più estreme. A spezzare il trend ecco poi assoli di chitarra curati e capaci di trasportare idealmente l’ascoltatore in dimensioni dai colori perversi. Formalmente tutto suona perfettamente, anche se questa sorta di plastificazione dei suoni, gli sviluppi patinati e gli assoli luccicanti, lascia un po’ l’amaro in bocca. Ci sentiamo come catapultati in qualcosa di costruito, artificioso a tratti ed orfano di quella genuina spontaneità vista in passato. Volevamo personalità in più, ma ciò che ci sembra ora è che tutto si sia allineato più ad una linea discografica che ad una naturale evoluzione della band, come se la tipologia di suoni e le orchestrazioni seguissero più un’esigenza di mercato che una reale evoluzione.
Commenti