BILL FAY: Countless Branches
data
25/01/2020Bill Fay è un artista inglese che pubblicò un paio di dischi nei primi anni settanta. E’ tornato a produrre musica nel 2012 con la pubblicazione di 'Life Is People', seguito da 'Who Is The Sender?' e da quest’ultimo 'Countless Branches'. Il genere non è molto cambiato: si tratta di rock semiacustico di taglio tipicamente britannico. L’apertura è un bel pezzo (“In Human Hands”), con la voce che ricorda lontanamente quella di Peter Gabriel, poi è da menzionare “Your Little Face”, brano davvero notevole. Il mood generale del disco è quello assimilabile al Beck più depresso, quello dei dischi acustici come ‘Sea Change’, ed infatti tutto si basa molto su pianoforte e chitarra acustica, con delicati arpeggi che hanno spesso qualcosa di malinconico e sensuale. Purtroppo, il difetto di questo disco è che è troppo lungo, ben 17 brani. Quando il mood è sempre lo stesso, sulla lunga durata si rischia di diventare pesanti e noiosi, per cui all’ascolto intero di questo disco cala su di me un velo di tristezza mista a stanchezza. “Tiny” (bonus track) è infine un brano finalmente con uno straccio di batteria e con un bel retrogusto anni settanta di matrice cantautorale pop rock britannica. Ho ascoltato il Bill Fay degli anni ’70 e mi è piaciuto molto di più. Erano, appunto, gli anni settanta.
Commenti