avsky: scorn
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18/02/2010Prodotti del genere mi fanno solo che incazzare. Siamo nel 2010 ed ancora mi trovo a ricevere promo digitali composti, solo, da files in un formato ambiguo (che però fortunatamente vengono letti dal Winamp) senza nessun titolo di sorta, descrizione, niente di niente. La pagina di MySpace è più scarna e sintetica di un telegramma, non ho alcuna informazione di sorta né copertina del disco [quella che vedete proviene da fonti non ufficiali, quindi non sono sicuro che sia quella giusta]. Non che una visita al sito della label si sia rivelato più utile. Niente di niente. Questo 'Scorn' degli svedesi Avsky rappresenta un tuffo nel passato di una quindicina abbondante di anni, all'epoca dei primi vagiti di bands quali Dark Funeral e Marduk, presentando quindi tutti i clichés tipici di questo stile: blast beats, chitarre zanzarose e pastose, voce al vetriolo, registrazione da porcile, ed un senso di malaticcio persistente. Un vero peccato, perché a livello di tecnica questi newcomers avrebbero tutte le carte in regola per produrre dell'ottima musica, originale! Invece si sono ridotti a plagiare pedissequamente i giganti del genere realizzando 'Scorn': un disco assolutamente inutile, che gioca tutto sulla stima e sul senso di appartenenza all'underground più truce e kvlt dei fans di questo genere, gli unici, in effetti, ai quali un prodotto del genere possa essere destinato. Per tutti gli altri si consiglia di andare a (ri)scoprire i primi lavori delle bands sotto riportate. Decisamente migliori e non anacronistici.
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