ASIA: GRAVITAS
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09/04/2014Orfani di Steve Howe, gli Asia si affidano a materiale più sinfonico ed in buona parte più "pomp" per dare vita a 'Gravitas'. Nuovo disco che, nonostante la virata verso una direzione ancora più raffinata e greve del solito, rispecchia comunque i canoni cari alla band: eleganza ed arrangiamenti sopraffini che si barcamenano tra l'AOR (meno), e soluzioni progressive (più...). Il risultato è di quelli di un certo valore, anche se manca ancora una volta la scintilla che farebbe evadere gli Asia dal vincolo qualitativo dei primi album, inevitibile raffronto ogni volta Wetton e soci propongono brani inediti. Così anche 'Gravitas' fatica ad imporsi, in particolare perchè il senso di deja-vu è ricorrente - anche quando la band, sicuramente non in maniera volontaria, fa uso di melodie e cori già abusati. In tal senso è clamorosa la somiglianza del refrain di "The Closer I Get To You" con quello di "Drive" dei The Cars (anno 1984). Tutto sommato si tratta del classico disco degli Asia, di gran spessore, ma con diverse sufficienze sparse lungo il lavoro che ne minano il decollo definitivo. Considerati gli attori in gioco le aspettative sono sempre alte, però quello che manca forse è una regia solida (mancanza tipica quando gli attori sono tutti di gran livello). Sam Coulson, inoltre, non è Steve Howe, pur se si destraggia con personalità. Tirando le somme, quindi, 'Gravitas' si posiziona bene nella classifica degli album della band, ma siamo lontani dalla vetta.
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