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APOCALYPTIC SALVATION: SKULL'S COLLECTOR

data

23/07/2012


Genere: Thrash Death Metal
Etichetta: Unsigned
Distro:
Anno: 2012

Nuovo Ep per i nostrani Apocalyptic Salvation che si presentano con un sound compatto e tosto, una via di mezzo tra thrash e death quadrato e pesante, con percussioni groovy e qualche sterzata più moderna che si avverte tutta in "Nothing Left To Massacre", brano che risente moltissimo del thrash moderno nordeuropeo, The Haunted ed Hatesphere su tutti. Forti anche le influenze Sepultura richiamate dai riff a là Kisser in "Riding The Apocalypse" e il groove di "Nothing Left to Massacre", un piccolo omaggio agli anni Novanta. Probabilmente l'eccessiva squadratura dei riff non farà impazzire tutti, probabilmente qualcuno storcerà il naso di fronte a trigger eccessivi della batteria, ma è tutto sommato un lavoro godibile e onesto, buono per una pausa-caffè con headbanging. Francesco La Tegola Voto: 60 ------------------------------------------------------------------------------------------- Sempre più sicuri dei propri mezzi gli Apocalyptic Salvation, sgomitando e pestando, si avvicinano al traguardo del secondo full length. Ma intanto ci propongono questo lavoro giusto per saziare l'appetito dei deathsters del suolo italico, quasi a voler rimarcare i miglioramenti rispetto al primo album e a farci venire l'acquolina in bocca per le prossime uscite. 'Skull's Collector' è un lavoro calibrato, ragionato e rifinito nei minimi dettagli, ma lungi dal sembrare finto o troppo pensoso, o accartocciato su sé stesso. Tutt'altro, il death e il thrash miscelati talmente bene da fare ancora, per l'ennesima volta, un grande macello sonoro. Sugli scudi l'incredibile batterista, imponente dispensatore di violenza e mai fuori luogo, a suo agio soprattutto nei momenti death, comunque lontano dalla monotonia nelle parti più lineari. Penalizzato il peso delle chitarre ritmiche nell'equalizzazione generale, avrebbe giovato un maggiore spessore delle stesse vista l'aggressività generale, ma comunque la scelta del thrash in alcuni punti snellisce il sound in modo vincente (gli assoli anni Ottanta ad esempio). Gli ultimi Napalm Death emergono nella titletrack, mentre i Cannibal Corpse hanno insegnato ai nostri la ricerca della malsana melodia e del blast beat furioso, qui combinato con una considerevole dose di groove. Maggiormente riusciti i momenti in cui scatenano la propria rabbia, meno l'intro marziale di "Riding The Apocalypse". Un bel meltin pot, in sostanza, in cui la nuova guardia prende franmmenti della vecchia e pone le basi per una crescita ulteriore. Francesco Antonio Fragomeni Voto: 75

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