APETREA, COSTE: RITES OF PASSAGE
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18/04/2006Ad alcuni potrebbe sfuggire chi sia Coste Apetrea e per questo iniziamo la recensione con una piccola digressione storica. Apetrea è un polistrumentista svedese, anche se prettamente chitarrista, attivo sia dal 1970 sul fronte prog rock / fusion; la maggior parte della sua carriera è stata suddivisa in due band: Samla Mammas Manna e JTB (acronimo di Jukka Tolonen Band), con le quali ha inciso un grande numero di dischi. Oltre a queste due band Coste ha spesso inciso insieme ad altri musicisti vari album che, uniti agli altri, fanno una discografia invidiabile. Il genere proposto da Apetrea nella sua carriera e anche in questo suo ultimo album è un prog rock con chiare inflessioni fusion e a volte jazz che permettono al musicista in questione di spaziare in lungo e in largo, regalando assoli di chiatarra accompagnati da violino e/o sax. Così facendo l'ascoltatore può apprezzare richiami puri agli anni settanta ed altri che si proiettano nel futuro creando in ogni momento brani apprezzabili dall'amante del genere e all'ascoltatore occasionale. Valide anche le parti cantate, comunque in minoranza dato che lo spazio è prettamente dedicato ai suoni degli strumenti, dove Coste si fa sempre trovare all'altezza del contesto dimostrando buone capacità anche sotto questo punto di vista. Fra i vari brani mi sento di indicare su tutti Romana Lucia, Daily Deja Vu, dove i vari strumenti trasportano l'ascoltatore come una nave che si lascia trascinare dal vento senza una precisa destinazione, e la particolare Conversation With Santiago. In definitiva consigliato sia a coloro che sono sempre stati fans delle due band Samla Mammas Manna e JTB e hanno considerato Apetrea uno dei loro idoli sia a coloro che non lo conoscono e vogliono avvicinarsi a questo musicista per la prima volta.
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