ANEWRAGE: Life-Related Symptoms
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06/04/2017Dopo l’album d’esordio ‘ANR’ del 2014, che ha mostrato una band come gli Anewrage molto presente dal punto di vista musicale ed espressivo, creando di conseguenza fin da subito un notevole seguito di pubblico, inserendo delle soluzioni musicali particolarmente interessanti ed intense, ma con ancora molte potenzialità da esprimere, la band milanese torna in campo grazie all’accordo con la nostrana Scarlet Records, tra le etichette di punta del panorama alternative italiano, per dar vita a ‘Life-Related Symptoms’, che si pone l’obiettivo di esprimere in maniera ulteriore ed ancora più convincente l’idea di alternative rock che sia la più contemporanea e credibile possibile, nonostante affondi le radici negli stilemi più classici di matrice americana. Dopo i primi pezzi si inizia già a sentire che il lavoro di produzione è mirato verso una fruibilità dei suoni ancora maggiore rispetto ad ‘ANR’, e cercando di confezionare un prodotto che assuma sempre e comunque sembianze rock a 360°, ma in maniera sostanzialmente più controllata, senza troppo strafare con sfuriate di aggressività che, alla lunga, lasciano il tempo che trovano, e lavorando più sull’equilibrio tra le varie parti. In più, in maniera maggiore che in passato, si nota una prestazione vocale da parte di Alex Capurro estremamente convincente e ben fatta, una voce che si avvicina a quella, per esempio, di Chester Bennington, ma che a differenza della voce dei Linkin Park sa essere molto più quadrata e dosata, che lavora sulle parti più urlate mantenendo sempre il pieno controllo. E ancora, acquistando un senso melodico di prim’ordine, che rende maggiormente comprensibili i vari passaggi delle liriche. “Tomorrow”, in questo senso, ne è l’esempio più calzante, oltre ad essere accompagnata da una struttura musicale che sorregge a dovere la sua presenza e si complementa alla perfezione. In qualche frangente, si odono anche alcuni echi di stampo progressive, che testimoniano ulteriormente che la band ci sa fare nell’usare i propri strumenti, come in “The 21st Century” dove la batteria di Alessandro Ferrarese non esita a cambiare tempi con disinvoltura, oppure con il basso di Simone Martin durante “Upside Down”, coinvolgendo con le sue ritmiche la band tutta, ed in generale nelle parti in cui viene chiamato maggiormente in causa, dove si fa sentire in maniera piena. In “Outside” fanno invece bella figura le chitarre, sapientemente utilizzate da Capurro e da Manuel Sanfilippo, che risultano regolari e penetranti allo stesso modo, come anche durante “All The Way”, molto ben confezionate e precise. Non risulta invece pienamente convincente “Clockwork Therapy”, che snatura non poco l’identità Anewrage a favore di soluzioni un po’ troppo sofisticate e pompose soprattutto per trequarti del pezzo, risollevandosi con il loro rock solo nel finale. Gli Anewrage dimostrano di essere comunque una band concreta, che vuole badare al sodo senza troppi giri di parole, e che vuole scalare le vette dell’alternative rock italiano con passi regolari, ma costanti e sempre avanzanti. Una leggera crescita rispetto all’album precedente, in vista di ulteriori miglioramenti futuri che, se la band vorrà, possono essere raggiunti, grazie al costante lavoro, con convincente facilità.
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