65DAYSOFSTATIC: ONE TIME FOR ALL TIME
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17/01/2006Un servizio fotografico sul quotidiano. Anzi, e meglio, istantanee. Scatti nitidi che chiudono su un primo piano, un volto estraneo, un sorriso, un auto che passa, un palazzo avvolto da raggi solari, un anziano seduto su una panchina, ragazzi che si baciano ad un angolo di strada, un cane che rincorre i piccioni in una piazza, nuvole, occhi, capelli, insegne al neon. Sullo sfondo la vita che scorre via, che sbiadisce, sfuocata, mentre "One Time For All Time" prende in ostaggio il lettore CD e non ne vuol sapere di lasciarlo andare. Tu sorseggi da un bicchiere onto e lanci sguardi oltre la finestra, poi fissi la libreria, ed il divano che ti corteggia il culo. E pensi ai Mogwai che alzano il volume, che appesantiscono le chitarre e flirtano con sperimentazioni e noise, intrecciando ritmiche ora funeste, ora impercettibili coperte da un tappeto pianistico dal mood malinconico ma leggero, solare e grigio in contemporanea. E tu che fai? Seduto, osservi passare davanti al naso, sfiorandoti il cuore, il silenzio e l'etereo e positivo senso di abbandono che ti porta altrove, a contatto con emozioni semplici che delinenao il tuo umore fragile. Sorseggi ancora, ti volti verso il lettore attratto da un crescendo sonoro, da infiltrazioni elettroniche e da scariche elettriche che ti scuotono e si controppongono alla grazia precedente alzando il tuo tasso andrenalinico. Ma il tuo culo è sempre lì sul divano, mentre continui a bere e ti accorgi che la sequenza di immagini diventa inarrestabile fino a quando vedi te stesso in una di quelle fotografie e realizzi che sei anche tu parte del tutto, che sei parte di un mondo che a stento ami, ma di cui non riesci a farne a meno.
Mostra fotografica a cura dei 65daysofstatic, da Sheffield, Inghilterra. Galleria Emo's Room, prima stanza a sinistra del petto. Ingresso libero.
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