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DEEP PURPLE

Instancabili nonostante la veneranda età, e praticamente in tour quasi ogni anno (la calata italica c’è stata anche nel 2006, nonostante fosse esclusivamente dedicata al sud Italia, e nel 2005), gli immortali Deep Purple si fanno di nuovo vivi per quella che è l’ultima leg a rappresentare l’ultimo disco “Rapture Of The Deep”, che a dispetto di una qualità piuttosto scarsa, mostra come la line up attuale sia forse la più compatta che la band inglese abbia mai avuto. Ad aprire la serata ci pensano i milanesi Caminada, trio giovane ed emozionato (e chi non lo sarebbe). I nostri, timidi e visibilmente in soggezione, propongono un rock all’italiana ben tutt’altro che originale, che ricorda alla lontana Le Vibrazioni o, se vogliamo alzare il tiro, i Negramaro. Peccato che la qualità dei pezzi sia davvero scarsa, e non a caso ogni brano proposto sembra un plagio di qualcosa di famoso; i Caminada si sono presi gli applausi di cortesia, ma alla fine della fiera è come se non ci fosse stato nessuna band di supporto, vista l’inconsistenza. Un cambio palco sorprendentemente breve lascia spazio ai leoni dell’hard rock, che aprono con la maestosa “Pictures Of Home”; si notano subito i suoni incredibilmente puliti, la forma strepitosa della band e la magrezza preoccupante di Ian Gillan, ai limiti dell’anoressia (soprattutto considerando le sue stazze passate). Sarà proprio Gillan il membro dei Deep Purple meno convincente, già in calo di voce dopo pochi brani e autore di qualche stecca, ma la sua presenza scenica pagliaccesca e il carisma hanno salvato il reparto voce. Una scaletta grandiosa, con brani che non venivano eseguiti dal vivo da anni (“The Battle Rages On”, memorabile, e un “Machine Head” eseguito quasi per intero). Effettivamente non è mancato nulla, se si escludono i fastidiosi estratti da “Rapture Of The Deep”, e gli spazi solisti che Airey, Morse e Paice si sono ritagliati sono stati brevi e piacevoli, senza strafare troppo, soprattutto Morse che ha improvvisato i riff di “Sweet Home Alabama”, “Whole Lotta Love” e “Sweet Child O’ Mine”, accolti con un boato dal pubblico. Una dimostrazione di longevità clamorosa, e noi siamo ancora qui ad aspettarli; sappiamo che torneranno, e che lo faranno alla grande. Pictures Of Home Things I Never Said Into The Fire Strange Kind Of Woman Rapture Of The Deep Mary Long The Well Dressed Guitar (Steve Morse guitar solo) Kiss Tomorrow Goodbye The Battle Rages On Lazy Don Airey solo Perfect Strangers Space Truckin' Highway Star Smoke On The Water Hush Drum solo Black Night

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