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DEEP PURPLE

Scoccava l'anno 1968 quando cinque ragazzi inglesi irrompevano nella scena Hard Rock internazionale con la realizzazione di “Shades Of Deep Purple” e si preparavano ad intraprendere un lungo cammino, che li avrebbe portati in breve tempo a divenire uno dei pilastri fondamentali del Rock Pesante. A distanza di quarant'anni da quella fatidica data e dopo le numerose modifiche che hanno interessato negli anni la lineup della band, i Deep Purple tornano ad affrontare l'ennesimo tour mondiale a supporto della loro ultima fatica discografica, “Rapture Of The Deep”. Finalmente le scelte di booking per quanto riguarda le date italiane hanno premiato location storicamente trascurate dai grandi eventi internazionali, specialmente in ambito Rock e Metal. Cosi il tour italiano composto da cinque appuntamenti è stato concentrato nella parte meridionale della penisola, con ben due date in Sicilia. Chi si aspettava una prova in tono da minore da parte di Gillan e soci si è dovuto ricredere presto: i Purple, trascinati da un pubblico bollente ed esaltato oltre che profondamente eterogeneo, ha dato il meglio di se durante le quasi due ore in cui sono stati protagonisti indiscussi del Palatupparello di Acireale. I vecchi classici e i nuovi brani dell'ultima release si sono succeduti con grande maestria e hanno ottenuto il meritato successo, dimostrando ancora una volta il grande valore tecnico e la genialità compositiva, da sempre marchio di fabbrica dei Mostri Sacri britannici. Setlist a parte, sono stati numerosi i momenti in cui le singole individualità del gruppo hanno preso per mano le redini della serata rendendosi protagonisti di pregevoli virtuosismi. Ian Gillan per primo, che è sembrato particolarmente ispirato, ha dato prova del suo grande talento dominando il palco senza pause grazie ad una performance maiuscola. Ma tutti hanno fatto la loro parte nell'atteso concerto di Acireale deliziando i presenti con gli essenziali ma virtuosi assoli di Morse e con il drumming sensazionale del sempreverde Ian Paice, protagonista di un intermezzo di sola batteria che ha lasciato a bocca aperta tutta la platea. E a fine concerto è arrivato il turno di Don Airey, tastierista della band inglese dal 2002, che partendo dalle note di “Mr. Crowley” ha regalato ai fans siciliani una singolare versione di Ciuri Ciuri. Grande assente della serata, con rammarico di molti, è stata “Child In Time”, ma a parte questa piccola pecca la tracklist è stata scelta con cura lasciando soddisfatto un pubblico affamato che ha risposto con calore e dedizione fino ad esplodere durante il riff iniziale dell'immortale “Smoking On The Water”. Una serata di Rock sincero ed incontaminato, che probabilmente nessuno dei presenti dimenticherà facilmente, un occasione per ascoltare due ore di ottima musica offerte da chi da sempre ha fatto del genio musicale la propria missione. Alla prossima 'Childs In Time'... Nella speranza che non debbano passare altri quarant'anni per rivedervi ancora. Un ringraziamento particolare per la realizzazione del report va ad Anna Aiello. ________________________________________________________________________________ Non ci sono foto a supportare il report poichè l'organizzazione, sebbene raggiunta con largo anticipo da richiesta di un pass 'photo' per uno degli inviati, non ha consegnato lo stesso all'entrata dell'evento senza, tra l'altro, fornire adeguata spiegazione. La Redazione quindi non si ritiene assolutamente responsabile per tale mancanza di servizio. ________________________________________________________________________________

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