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NECRODEATH

Piacevole e lunghissima chiacchierata con i seminali Necrodeath, la storica band italiana di black/thrash che da quasi venti anni porta alto lo stendardo metal tricolore nel mondo. Data la vetusta età dei ragazzi della band e del vostro intervistatore di fiducia, è stato possibile affrontare (diciamo, solo "sfiorare", visto che ci vorrebbe un intero sito per parlarne adeguatamente!) tematiche circostanziate e pertinenti sul fenomeno del metal dai suoi inizi ad oggi, passando per argomenti potenzialmente scottanti e tracciando una puntuale storia di cosa erano i Necrodeath 20 anni fa, di cosa sono oggi e cosa fanno musicalemente quando lasciano a riposo il canuto ma distruttivo marchio di fabbrica. Ecco a voi i signori del thrash: i NECRODEATH! Allora ragazzi, a distanza di tempo dalla sua uscita, riprendiamo in considerazione il vostro ultimo album, "Ton(e)s Of Hate". Parlatemi un pò delle sue caratteristiche musicali e tematiche. (Flegias) Come tutti i fan avranno notato, si tratta del disco più particolare della produzione Necrodeath dalla data della loro reunion. La produzione risulta nettamente diversa da tutte le produzioni svedesi, in quanto abbiamo voluto dare un suono più caldo basato maggiormente sui suoni di batteria e basso, rispetto a quelli dei riff di chitarra delle precedenti produzioni. Per sapere come è nato il disco, è meglio passare la palla a Peso, visto che è lui l'ideatore dell'album a partire dai suoni del suo strumento, la batteria, per arrivare alle voci. (Peso) Diciamo che i primi riff sono nati in Svezia, subito dopo le registrazioni di "Black As Pitch" ed io li ho sempre presentati via via, in studio, agli altri ragazzi ricevendo la loro fiducia. Questo è stato il primo disco in cui la mia persona è risultata così presente in fase compositiva, considerando che in genere il compositore principale dei Necrodeath è Claudio, mentre io do il mio apporto in piccole percentuali. Nel caso di "Ton(e)s Of Hate", un pò per degli impegni personali di Claudio, un pò per un mio momento di particolare vena compositiva, le cose si sono ribaltate e sempre con la fiducia dei ragazzi, agli inizi del 2001 iniziammo la composizione dei primi riff. Come ti diceva Flegias, le linee questa volta ed al contrario di quanto avviene normalmente per la musica dei Necrodeath, si sono costruite, appunto, non su riff di chitarra ma su dei giri di basso o parti di batteria con conseguente variazione del sound e quindi del tipo di produzione. Questo non vuol dire che rinneghiamo il passato e le precedenti produzioni di stampo svedese, ma questa volta avavamo bisogno di enfatizzare le ritmiche ed il groove creato con le nuove composizioni. Rimanendo ancora sul vostro ultimo disco e parlando appunto di produzione, ditemi come vi siete trovati con Giuseppe Orlando dei Novembre come produttore e quali sono i motivi di tale scelta. (Peso) Il tutto è avvenuto in modo molto naturale e spontaneo. Abbiamo fatto una ricerca su quelli che potevano essere gli studi più adatti al suono che cercavamo e gli Outer Studios di Giuseppe Orlando, batterista dei Novembre nonchè ottimo produttore ed ingegnere del suono, ci sono sembrati la scelta giusta. Una volta prenotato lo studio, ci è bastata una telefonata con Carmelo (Orlando, leader dei Novembre - nda) per chiedergli, previa l'invio di un nostro pezzo, di suonare un assolo per il nostro album. Ovviamente gli abbiamo dato carta bianca. Ma quindi la scelta di un produttore italiano e di studi di registrazione italiani è da ricondurre a quel discorso che mi facevate prima e cioè alla volontà di distaccarsi da un tipo di sonorità nord-europea? (John) Esattamente! Infatti, se vai a riprendere le critiche scritte in concomitanza dell'uscita del disco, lo scorso settembre, potrai leggere di un accostamento di "Ton(e)s Of Hate" con i primi due storici dischi dei Necrodeath. Il denominatore comune è proprio quel "sentimento" tutto italiano nel produrre musica, quel calore e quelle atmosfere cupe ed oscure che si respirano nel sound dei nostri primi dischi e di "Ton(e)s..": tutto il contrario del suono freddo e tagliente del black/thrash svedese. Vorrei, poi, aggiungere una cosa in merito alla partecipazione di Carmelo Orlando; Carmelo ha accettato di buon grado di apparire nel nostro ultimo disco proprio perchè era un gran fan, come il sottoscritto, dei Necrodeath della prima era! E' stato, quindi, anche un piacere lavorare insieme. Ripercorriamo ancora la storia del fortunatissimo e bellissimo "Ton(e)s Of Hate", arrivando al titolo, con il suo gioco di parole di cui, in questi mesi, vi avranno chiesto sino all'asfissia. (John) Il gioco di parole è legato al significato che abbiamo voluto dare all'album, ossia "toni" di odio, ma anche "tonnellate" di odio. In effetti, si tratta, però, di una prosecuzione di quanto fatto in modo meno evidente nel disco precedente, "Black As Pitch". In quel disco il gioco era sulla parola "pitch" che vuol dire sia 'pece' che 'nota' e quindi la traduzione del titolo dell'album poteva essere interpretata come "nero come la pece", ma anche "nero come le note"...che suoniamo! (Peso) In ogni caso, comunque interpreti i titoli di questi album, va bene lo stesso! Bene, abbiamo rinfrescato nella mente dei lettori quella che è la vostra storia recente, ma vorrei ripercorrere con voi, la storia dei Necrodeath sin dai suoi inizi e dire a quegli stessi lettori ma a tutti i vostri attuali fan, che voi ci siete da quasi venti anni... (Peso) In effetti siamo molto vecchi per cui preferirei non ricordarlo troppo (risate generali - nda). Direi che la persona prescelta al racconto, per forza di cose, sono io, essendo assieme a Claudio uno dei fondatori della band. Io e Claudio ci conosciamo da sempre, sia dai tempi del liceo, quando suonavamo insieme in un gruppo di cover metal. Poi con l'ingresso in formazione di Ingo, colui che sarebbe diventato il cantante dei Necrodeath, fondammo un gruppo che si chiamava GhostRider, da cui, con l'ingresso di un nuovo bassista, nacquero ufficialmente i Necrodeath, appunto. Era il 1985 e registrammo il nostro primo demotape "The Shining Pentagram". L'anno dopo fu la volta del nostro primo vinile (eh si! ...all'epoca non esistevano ancora i CD! - nda), quel "Into The Macabre" che è di fatto il nostro disco cult, quello più riconosciuto a livello mondiale: moltissimi nomi storici della scena metal hanno quel disco in casa propria! Il successivo "Fragments Of Insanity" è passato un pò in sordina (è forse lo è tuttora!) a causa di una cattiva promozione discografica, nonostante, a mio parere, contenga alcuni ottimi pezzi e delle buone idee che nulla hanno da invidiare a "Into The Macabre"...ma si sa, le cose dipendono sempre dal tipo di promozione che viene loro riservata. Volendo trovare una ragione alernativa, potrei dirti che, forse, la produzione di quel disco era leggermente inferiore agli altri! (Flegias) In questo caso posso parlarti da fan dell'epoca e dirti che è certamente come dice Peso. Personalmente preferivo molto di più "Fragments..." trovandolo molto più lucidamente intelligente e cattivo rispetto ad "Into The Macabre", pur essendo entrambi due pietre miliari! (Peso) Mah! Ti dirò di più, quando portai il master di "Ton(e)s..." ai ragazzi della Scarlet (l'attuale casa discografica), dopo il primo ascolto fatto tutti insieme, loro mi dissero che quel disco era una ritorno modernizzato a quello che era stato "Fragments...", presentando situazioni più progressive, cambi più frequenti e così via, mentre i due suoi predecessori risultano sicuramente molto più vicini ad "Into The Macabre". In ogni caso, ognuno di noi recepisce il messaggio musicale a modo proprio. Io, posso dire, però, di essere totalmente soddisfatto di tuti i nostri lavori, demotape compreso, in cui, nonstante fossimo dei ragazzini incoscienti, avevamo già tirato giù delle cose interessanti! (Flegias) E ricorda che c'erano anche ragazzini incoscienti che, come me, quel demotape lo comprarono! (Peso) Si, infatti, se non sbaglio, noi ci siamo conosciuti proprio in quel periodo! Poi cosa successe ai Necrodeath alla fine di quel decennio? (Peso) Beh, all'epoca eravamo alla preistoria e quindi le strutture non erano quelle di ora (non che oggi ci siano delle gran strutture, ma sicuramente la situazione oggi è nettamente migliore rispetto a quindici anni fa!), la nostra etichetta di allora con quel "Fragments Of Insanity", non diede proprio il meglio di sé, quindi tutti noi nel gruppo perdemmo una buona parte del nostro entusiasmo e della nostra fiducia. Ricordo che era un pomeriggio del gennaio del 1990 e dovevamo trovarci in sala per delle prove; ma non provammo per nulla e parlammo, invece, per l'intero pomeriggio. Alla fine, di comune accordo, decidemmo di sciogliere il gruppo e ci lasciammo con una stretta di mano! Ho sofferto molto per quella decisione presa, ma la mia vita è suonare e fortunatamente l'ho sempre fatto. Faccio il musicista di professione per cui dopo quell'esperienza fondai un nuovo gruppo, i Sadist, con cui ho suonato per cinque anni, prima che delle divergenze interne ponessero fine al gruppo stesso. Contemporaneamente allo scioglimento dei Sadist, incontrai nuovamente Claudio il quale dopo quel gennaio 1990, aveva riposto la sua chitarra nella custodia senza più tirarla fuori, si era laureato ed era andato a lavorare fuori. Ci eravamo persi di vista non solo musicalmente, ma anche nella vita. Proprio quando io non avevo più il mio impegno con i Sadist, Claudio tornò a vivere a Genova e venne a cercarmi perchè aveva voglia di suonare. La prima cosa che mi disse fu: "Dai, riformiamo il gruppo" e così accadde, anche se ci impiegò circa un anno prima di riuscire a convincermi, visto che io avevo voglia di suonare ma senza impegni! Alla fine, dopo un paio di prove con il vecchio bassista (che mollò subito!) rimettemmo in piedi i Necrodeath. E qui sono arrivati John e Flegias. (Peso) Si, anche se in realtà io con Johnny ci suonavo già. Suonavamo insieme in un gruppetto di cover, così, senza impegno. Quindi è stata la cosa più naturale chiedere a lui di venire a suonare nei Necrodeath. All'inizio la situazione fu abbastanza disastrosa, ma dopo qualche mese di prove, capimmo che poteva uscire qualcosa di buono. Intanto io avevo già contattato Flegias che era un fan di vecchia data dei Necrodeath, ci seguiva sempre ai nostri concerti, ci faceva da cameraman, da roadie eppoi, con lui avevo anche contatti precedenti, quindi per lui fu naturale provare a cantare con degli amici. La cosa prese, poi, sempre più piede e così dopo qualche mese diramammo la notizia ufficiale. Lì ci accorgemmo di come il nostro nome fosse ancora vivo tra il pubblico e gli addetti ai lavori. Noi non ci sentivamo, però, ancora pronti, quindi la Scarlet decise di ristampare "Into The Macabre" per cominciare a far circolare nuovamente il nostro nome, in attesa che noi ci decidessimo a ritornare a tutti gli effetti in pista. Da quel momento passò un anno, da noi speso in sala prove e caratterizzato da una sola apparizione dal vivo di spalla agli Immortal, dove tutto andò per il meglio con la gente che urlava a gran voce il nostro nome. Presi fiducia e coraggio, partimmo per la Svezia dove registrammo il nostro primo album post-reunion. Il resto della storia è quella dei Necrodeath attuali. (John) Un piccolo auto-elogio: la prima volta che abbiamo rimesso il piede sul palco è stato come se non l'avessimo mai tolto. Avevamo la stessa carica dei diciotto anni! Una piccola parentesi: voi avete talmente tante idee che, praticamente, per metterle tutte in musica avete dovuto creare un pò di progetti paralleli! (John) Direi di si! Dovrei disegnarti un albero genealogico infinito per menzionare tutti i vari intrecci. Comunque, a parte i Necrodeath, il progetto più importante e conosciuto è quello dei Cadaveria che vede impegnati me e Flegias. Poi ci sono i validissimi Raza De Odio in cui oltre me, milita anche Peso ed infine i DyNAbyte, progetto che si muove tra la musica elettronica ed il thrash moderno in stile Fear Factory, passando per la musica dark e gothic ed in cui suoniamo io e Cadaveria. Quest'ultimo, forse, è un progetto poco digeribile per i fan dei Necrodeath, anche se credo sia molto interessante e da esplorare meglio. Tra l'altro, è normale che con i side-project si debba suonare musica differente da quella che suoniamo nei Necrodeath, altrimenti sai che rottura sarebbe proporre sempre thrash? Bene, per quanto riguarda gli altri due progetti lascio la parola a Peso e Flegias. (Peso) Beh, Raza De Odio è il più nuovo tra i progetti, visto che Flegias aveva già avuto modo di suonare in passato con gli Opera IX prima e con i Cadaveria, poi; quello, comunque, è un loro progetto. Raza De Odio è un progetto che ha un paio di anni di vita ed in tutto questo tempo siamo stati chiusi in sala prove in modo intensivo. Al basso ho sempre Johnny, visto che per me è un punto di riferimento fondamentale e con lui ci intendiamo al volo. La mente del progetto è un mio amico, El Paco, il quale ha una tradizione non indifferente di flamenco, per cui la musica dei Raza De Odio parte su basi di chitarra classica e flamenca ed esplora territori musicali estremi alla Brujeria, Sepultura, Ill Niño e cose di questo genere. Il cantato è in spagnolo e per la voce sono andato a ripescare il buon vecchio Zanna dei Sadist. A completare la formazione, un secondo chitarrista, Lòpez (già con Zorn - nda) un brasiliano: sarà, quindi, un qualcosa di estremamente eterogeneo e vario ed infatti anche dal punto di vista ritmico ci sono molte influenze etniche con una batteria che non è la classica batteria sparata a mille, ma con tante esplorazioni. Secondo me, sarà un gruppo che farà parlare molto di se, sia nel bene che nel male, ma che sicuramente non passerà inosservato. Abbiamo iniziato a registrare lo scorso gennaio e siamo in uscita con il nostro primo album -sempre per Scarlet- tra settembre ed ottobre 2004. Dopo l'uscita del disco che si intitola "La Nueva Alarma", contiamo di suonare molto in Italia e Spagna, considerando il cantato in lingua madre di quest'ultimo Paese. (Flegias) Per quanto riguarda i Cadaveria, vorrei chiedere a tutti di non definirlo un progetto parallelo. I Cadaveria sono l'evoluzione di una band che è nata circa nel 1991. Direi che per me, i Cadaveria sono un gruppo parallelo, considerando anche il fatto che nelle due band (Necrodeath e Cadaveria - nda) io ricopro due ruoli completamente differenti, quindi per me sono due realtà completamente estranee. Cerco, però, di metterci sempre lo stesso entusiasmo, sia nel cantare con i Necrodeath, che nel suonare la batteria nei Cadaveria. Come molti sapranno, i Cadaveria, pur muovendosi in ambito ugualmente estremo, sono molto differenti dai Necrodeath. Abbiamo realizzato due dischi molto diversi tra loro e come per il discorso Raza De Odio, i Cadaveria sono una di quelle band che puoi solo amare o odiare! Parlando dei nostri album, secondo me il primo peccava un tantino in produzione, mentre il secondo lo abbiamo lavorato con maggiore calma e tranquillità. Il nostro ingegnere del suono -che è sempre John, l'unico impegnato in tutti i progetti extra Necrodeath!- questa volta ha lavorato in modo ottimale, abbiamo utilizzato nuove tecniche di registrazione e, soprattutto, non abbiamo seguito nessuno schema compositivo, facendo tutto ciò che ci passava per la mente in quel momento, seguendo le nostre emozioni. Torniamo ai Necrodeath. Ma cosa è cambiato nella cosiddetta "scena" dagli anni ottanta -quando avete iniziato voi- ad oggi? (Peso) Mah! Ti dirò! Noi non abbiamo mai compiuto il "grande passo", quindi per noi non è cambiato poi così tanto! Da parte mia e di Claudio, nonostante l'età, l'entusiasmo è sempre lo stesso. La gente che viene ai nostri concerti, intendo come numero, è sempre la stessa. Forse si sono mosse certe strutture in maniera un pò più professionale, ma per il resto grosse differenze non ce ne sono. Eravamo un gruppo underground negli anni ottanta e tale siamo rimasti oggi! Finchè ci accompagneranno entusiasmo e forma fisica, noi suoneremo...quando una di queste cose non ci sarà più, allora, a prescindere da chi e cosa li circonderà, i Necrodeath non esisteranno più! Hardsounds, il magazine per cui stiamo realizzando questa intervista pubblica solo su internet, quindi vorrei conoscere la vostra opinione su questo mezzo di comunicazione e promozione. (John) Se avessi dovuto fare quello che faccio oggi, negli anni ottanta, probabilmente non avrei saputo come gestire una band. Per me oggi è fondamentale ed indispensabile avere un sito, un contatto tramite email con la stampa così come con i fan. Trovo importantissimo anche il file sharing e la possibilità di poter scaricare la musica dalla "rete". Io stesso, lo ammetto, in molte occasioni ho scaricato in anteprima dei brani di band che potevano rivelarsi interessanti, dopo di che ne ho acquistato il disco; allo stesso tempo ho scaricato anche pezzi di gruppi che erano pubblicizzati in modo pesante e mi sono accordo che facevano letteralmente schifo, quindi il disco non l'ho comprato! (Flegias) Secondo me è solo una questione di mezzi. Una volta esistevano i tape-traders, ossia gente che si scambiava le cassette e quindi metteva ugualmente in circolazione la musica delle band a livello underground in una rete di contatti sviluppata ed efficiente; anche per le interviste era così. L'unica differenza sta nei tempi: prima i tempi erano più dilatati (ma anche il materiale era minore), mentre ora c'è più rapidità nelle comunicazioni e quindi risparmi tempo che magari utilizzi per ubriacarti, drogarti e così via: quindi era meglio una volta (grassissime risate - nda). (John) Viviamo in un'epoca in cui il tempo è poco per fare le cose ed è necessario avere le informazioni nel minor tempo possibile: io non posso aspettare due settimane per ricevere un demo da un tipo che vive in Sud America e che me lo invia con la nave! Io lo scarico dal suo sito ORA!... nel momento in cui lo voglio! Secondo me, quindi, la tecnologia ci aiuta a vivere i tempi moderni secondo quelli che sono i requisiti necessari a farlo, oltre che a permetterci di lavorare per la nostra musica in modo efficiente: sono talmente dipendente dal mio computer che se non dovesse funzionare, io potrei anche ammazzarmi! Con le nuove tecnologie è anche aumentata la possiblità, per le band, di confezionare un proprio prodotto che sia allo stesso tempo competitivo e di buona qualità; c'è, quindi, una maggiore concorrenza! (John) E' vero, ma la maggiore concorrenza, spietata, non può che giovare alla qualità. Una volta venivano fuori quelli che avevano gli agganci, i soldi, etc (a parte i Necrodeath che credo non avessero né agganci, né soldi! ..come adesso, tuttavia!). Adesso siamo tutti sullo stesso livello ed escono fuori solo i migliori. Direi comunque che i prodotti di una volta erano in numero inferiore, ma tutti di altissima qualità! Oggi c'è più spazio per tutti e nella indubbia qualità delle registrazioni attuali, il fan, pur confuso, riesce ad avere una maggiore scelta e ad essere anche più critico. (John) Si, è vero! Una volta il filtro lo facevano le case discografiche, anzì, le major, direi. Oggi, come ti dicevo, partiamo tutti da uno stesso livello. Per quanto riguarda la critica, beh, è vero che il fan è diventato più critico, ma si è anche innescato un tale meccanismo perverso che la vera critica, quell'entità che si pone tra il musicista ed il fan, oggi non fa più critica, ma funziona in relazione a conoscenze, agganci, favori, amicizie dirette o trasversali...quindi, la critica non rende più atto alle opere degli artisti, libera da condizionamenti esterni, effettuando valutazioni imparziali del dato lavoro. Ma qui entriamo in un campo molto delicato! (Peso) E' ovvio che nel momento in cui una casa discografica paga degli spazi pubblicitari su una rivista, quella rivista non potrà mai pubblicare una recensione negativa tra le proprie pagine (per fortuna che Hardsounds non prende un centesimo da nessuno!!! - nda). Questa è una cosa banale e scontata, ma che in molti non considerano! Va bene, ragazzi, siamo al termine di questa nostra chiacchierata, concludete quindi la vostra intervista come meglio credete. (Peso) Visto che parliamo di un magazine web, invitiamo tutti i lettori a visitare il nostro sito internet all'indirizzo www.necrodeath.net ed a lasciarci la loro firma. (Flegias)Per le ragazze che leggeranno questa intervista: potete mandare il vostro numero di cellulare all'indirizzo di email [email protected] ...non è il mio personale, ma potete scrivere nell'oggetto "All'attenzione del sig.Flegias" !!! (mega-risate! - nda) (John) Keep on thrashin' and see ya soon!

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