IF I DIE TODAY
'Cursed' è un disco capace di spiazzare. E’ selvaggio, nero, puro. Qualcosa che mai avresti pensato potesse uscire dalle menti già abbastanza contorte di una band come gli If I Die Today, da sempre fedeli a una linea hardcore melodica che in questo disco non se ne trova traccia. Abbiamo incontrato Marco “Frez” Fresia, voce e anima della band e lucidissimo interlocutore...
Ciao ragazzi. Sinceramente sono arrivato a voi proprio tramite “Cursed”. Incuriosendomi sono andato a ritroso, arrivando ad avere a che fare con una discografia che sembra quasi estranea al vostro ultimo lavoro. Forse sarà la domanda più banale al mondo, ma cosa spinge una band ormai rodata e conosciuta in ambiti alternative a mutarsi in maniera così netta? Si chiama semplicemente evoluzione. 'Cursed' è il prodotto di quello che siamo ora, il succo di quello che sono gli If I Die Today. E ne andiamo molto fieri.
Fondamentalmente potremmo parlare di un salto tra No Use For A Name/Lagwagon a qualcosa che si avvicina a Converge e Birds In Row tanto per citare qualche nome. Questo mutamento come pensate sarà accolto da una fanbase abituata al lato più solare degli If I Die Today? Il diventare adulti ha in qualche modo modificato anche le vostre idee in chiave musicale? La nostra fanbase ha accolto come sempre il nostro cambiamento. Li abbiamo già abituati a cambiamenti e a una certa instabilità generale. Hanno letto la nostra evoluzione come la giusta direzione e ci sono venuti dietro. Ciò che ha modificato le nostre idee in chiave musicale è stato tutto ciò che è girato attorno alla band nell'ultimo periodo. Abbiamo avuto così tanti problemi personali che a un certo punto addirittura essere una band avrebbe potuto essere un problema. Ne siamo usciti, consci che i problemi ci saranno sempre, ma gli If I Die Today sono più forti e “Cursed” ne è la dimostrazione.
Francamente vi preferisco così. Ma per capire meglio il tutto vorrei capire da voi stessi quando avete capito che era il momento di cambiare territori sonori e come è avvenuta questa mutazione? E’ stata una cosa del tutto naturale o è servito del tempo ad abituarsi a tutto ciò? Grazie mille, anche noi ci preferiamo così. E' stato tutto naturale… Già in “Postcards From The Abyss” si capiva comunque che qualcosa era cambiato. Con “Cursed” abbiamo messo semplicemente “i puntini sulle i”.
“Cursed” è un lavoro che raffigura nel migliore dei modi gli If I Die Today: il mood è ostile, nero, così come il look e il concept grafico del disco. Come si sono svolte le lavorazioni del disco? E con quale spirito/stato d’animo? Come dicevo prima “Cursed” è proprio nato da un sacco di problemi personali pesanti che hanno coinvolto direttamente alcuni membri della band. Tutto quello che abbiamo vissuto lo abbiamo buttato sull'album. Per il concept grafico ci siamo rivolti al migliore su piazza – Beccherini - che ha studiato, in base alle sue sensazioni ascoltando il disco, un concept che potesse essere congeniale.
La tracklist vanta titoli evocativi: si passa da “Jesus” ad “Adams”, da “Lucifer” a “Patrick”. Ci spiegate il significato che si cela dietro a ognuno di essi? Cursed è un concept album. Tutti le canzoni parlano di personaggi della letteratura classica, religiosa o contemporanea.
1. Jesus è il figlio maledetto di un padre che lo ha sacrificato per una umanità che non lo merita.
2. Adams è un uomo maledetto dal destino, privato dell'amore della sua vita e diventato assassino.
3. Lucifer è il capro espiatorio del male di un mondo.
4. Patrick, un vanesio uomo d'affari che si crogiola nella sua psicopatia.
5. Elisabeth una sadica tormentata e maledetta dalla propria bellezza.
6. Faustus un giovane soggiogato dal diavolo dopo aver fatto un patto con lui.
7. The Ancient Mariner un equipaggio maledetto dall'errore da una scelta sbagliata.
8. Vincent un bambino con la mente di uno scienziato pazzo, incapace di vivere.
9. Cursed è la traccia che lega e spiega tutto.
Dove avete registrato il tutto? Per la produzione a chi vi siete affidati? Abbiamo registrato all'Hate Studio di Vicenza dal mitico Icio. La produzione è stata un connubio nostro e suo. Avevamo già abbastanza le idee chiare di come volevamo far suonare il disco. Lui ci ha capiti al volo.
Quali sono state le maggiori difficoltà nel mettere in piedi un lavoro simile? Sicuramente il tempo, e i vari problemi che ci hanno ostacolato.
Cosa ascoltavate prevalentemente una volta entrati in fase di scrittura?
Cursed, Converge, Everytime I Die, Botch, Breach, Feed The Rhyno, Wolves In The Throne Room, Neurosis come si può immaginare.
Quanto tempo è occorso a dar vita a “Cursed”? Circa un anno e mezzo tra tutto.
Immagino che chi vi ha seguito sulla lunga distanza sia rimasto estremamente sorpreso dal vostro cambiamento. Quali sono stati i commenti che più vi hanno colpiti, nel bene e nel male? Beh, il commento che ci ha colpiti di più nel bene sicuramente sono stati i complimenti di Ben Weinmann quando abbiamo suonato con i Dillinger Escape Plan. A livello negativo, se di negativo si può parlare, è che non abbiamo più ritornelli e quindi siamo meno vendibili.
Guardando in chiave futura, come immaginate il post “Cursed” a livello discografico? Non ne ho idea, come band non facciamo piani oltre l'anno. Sono sicuro che dopo “Cursed” qualcosa succederà. Abbiamo già idee per altri temi, per altre canzoni e per il resto vedremo quello che succederà.
Bene, chiudiamo con ringraziamenti e ultimi commenti a caldo, quindi a voi la parola! Grazie a tutto lo staff di Hardsound e a te per questa intervista, per lo spazio e per il supporto. Spero che ascoltiate tutti 'Cursed' e spero di vedervi tutti ai nostri concerti. Un abbraccio.
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