DEATHLESS LEGACY
Al Requiem Of Destruction Fest II, per la prima volta in assoluto presso lo Skulls Club di San Marino, sono fuoriusciti dalle tenebre e tornati tra le nostre fila i nostri cari non morti toscani. Diamo il benvenuto ai Deathless Legacy.
Ciao ragazzi, come al solito è un piacere ritrovarvi tra le nostre pagine. Oggi headliner allo Skulls Club, per la prima volta a San Marino, com’è stata quest’accoglienza? Sicuramente molto calda, da ogni punto di vista, considerata la temperatura infernale di San Marino. Ma decisamente splendida e indimenticabile!
Steva è sempre un piacere vederti sul palco, il tuo carisma e la tua spettacolarità son qualcosa di unico che veramente ti contraddistingue da tutte le altre band in circolazione. Il tuo stile si è consolidato negli anni, così come la tua fanbase. Quanto pensi di aver fatto da apri-fila alla scena femminile metal che sta nascendo in questi anni? Ti ringrazio moltissimo per le tue parole! Ricordo quando iniziammo nel 2006, le band con cantante femminile non erano moltissime, e ricordo anche tutti gli insulti facilmente immaginabili accumulati negli anni. Fortunatamente, sono veramente felice di notare quanto le donne abbiano dimostrato di avere le palle, ritagliandosi un pezzo di scena che esalta il talento e la personalità di donne bellissime e incredibilmente magiche da ascoltare. Il messaggio che spero di lanciare è di non vergognarsi mai di essere strani, diversi, di non frenarsi in nessun modo: come dico sempre, sul palco dobbiamo starci prima per noi stessi che per gli altri. Il resto viene da sé.
Siamo ancora in fase promozionale di 'Mater Larvarum' che è emerso dalle tenebre più profonde alla fine dello scorso anno. La parte invernale è stata bella piena di live e vi ha visti tornare anche in Portogallo. Come ha risposto finora il pubblico al nuovo lavoro? Mi sembra anche i singoli Ora Pro Nobis, Moonless Night finora siano stati recepiti molto bene…Siamo estremamente soddisfatti del modo in cui il pubblico ha risposto a 'Mater Larvarum', il primo full-length dopo la pandemia, e probabilmente uno dei dischi che abbiamo avuto maggiormente bisogno di condividere con il mondo per un'esigenza personale.
Rispetto ai precedenti lavori sembra che abbiate voluto cavalcare un’onda leggermente più melodica con ritornelli catchy molto orecchiabili. E' solo una sensazione personale o avete lavorato davvero in questa direzione? Sicuramente, abbiamo voluto lavorare in una simile direzione, specialmente dopo la complessità di Saturnalia, la nostra suite di 24 minuti uscita nel 2020.
E va bene, ci dovevamo arrivare e arriviamoci subito: 70000 TONS OF METAL! Basta questo nome per rievocarvi sicuramente ricordi ormai indelebili, tatuati nelle vostre menti, e a quanto pare anche sulla vostra pelle. Come ci siete approdati? Vi aspettavate l’esperienza che si è poi rivelata? Iniziare praticamente l'anno con il Tons è stata una bella scarica di adrenalina e il carburante che continua a motivarci per dare il massimo a ogni live. Che la comunità metal sia praticamente una grande famiglia non è un segreto; ecco, quella gigantesca nave in mezzo all'Oceano Atlantico ti fa provare esattamente cosa significa farne parte e ti fa sentire vicino ad artisti che non ti saresti mai immaginato di trovare a mangiare alla sala buffet accanto a te, disponibili per fare due chiacchiere e scherzare come vecchi amici di una vita.
Si ma...l’esperienza con le altre band è stata sempre attiva e partecipativa, oppure pur essendo tutti su in uno spazio relativamente ristretto c’è stato anche chi non siete proprio riusciti ad incrociare/conoscere? (Tanta invidia per gli Evergrey e per il vostro duetto). Ci sono aneddoti particolari da annotare? Praticamente è impossibile non incontrare tutti gli artisti una volta che sei là. A qualsiasi ora del giorno e della notte, capita di girarsi mentre sei in fila a uno dei tanti bar per prendere una (costosissima) birra e trovarsi dietro uno dei tuoi musicisti preferiti. Tra gli aneddoti più particolari, i cupcake coi Batushka, coi quali poi abbiamo fatto amicizia e serata l'ultimo giorno, e lo shot che Henrik Danhage ha voluto offrirmi a tutti i costi dopo aver suonato insieme “Man on the Silver Mountain” durante la All-Star Jam li porto particolarmente nel cuore. Mi ero proposta io di offrirgli da bere, ma non c'è proprio stato verso.
Cambio formazione e a settembre 2022 rintoccano a morto le campane e vediamo emergere dalla terra per tornare a vita Revyla Zireael. Come sta procedendo quest’esperienza insieme ai Deathless Legacy? Qual è il background personale che ti porti dietro per affrontare al meglio questi palchi? Con Revyla è stato letteralmente amore a prima vista. La sintonia che ci siamo trovati a sperimentare è veramente rara, un po' come se fosse la metà che ci mancava. Non c'è stato bisogno di spiegoni, tutorial o chissà cos'altro, dalla prima volta che ci siamo trovati per vedere il da farsi, abbiamo tutti avuto l'impressione che il cammino di Revyla fosse destinato a incrociarsi con il nostro. A livello umano e professionale è una persona meravigliosa, sul palco e sotto al palco.
Tutte queste splendide performances immagino che avranno bisogno di tante prove e tanta formazione: come vengono ideate, studiate ed eventualmente rinnovate? E’ una band che dietro le quinte vive di tanta presenza? Tra idee che balenano nella mente nei momenti più disparati e brani che talvolta nascono a partire dalle performances, siamo soliti ritrovarci in sala per discutere, provare e creare qualcosa tutti assieme, rinnovando, eventualmente, qualora ce ne fosse la necessità.
Ormai gli artwork di Frate Orion sono un vostro tratto distintivo: a San Marino abbiamo trovato un tavolo merch rinnovato in tante sue parti. Quanta importanza deve avere questo aspetto del lavoro di una band, che si dà sempre un po’ troppo per scontato? E quanto tempo ti ritagli per ideare e dar vita a questo tipo d’immagine? Riteniamo che sia molto importante, è un po' il dettaglio apparentemente irrilevante che però va a creare un'immagine precisa. E, soprattutto, Frater Orion è un'esplosione di idee praticamente impossibile da contenere, un avventuriero dell'incubo e dell'oltremondo inarrestabile.
A che punto siamo del percorso Deathless Legacy? Siamo al sesto album in studio e a tournée sempre più piene e avvincenti che vi vedono in giro per tutta la penisola da Pulsano a Torino: va bene così o stiamo studiando qualche novità anche per l’estero? Abbiamo un paio di date in programma in Francia per settembre e ottobre e tante novità in arrivo che non vediamo l'ora di poter svelare.
Colgo l’occasione per fare a voi tutti i complimenti per tutto il vostro fare e per gli spettacoli che ci regalate ogni volta che vi concedete alla luce. Grazie per il tempo che ci avete dedicato, se volete fare un saluto agli accoliti di Hardsounds.it è questo il posto giusto. Grazie di cuore a te Margherita e ai carissimi lettori di Hardsounds.it, che l'oscurità possa sempre vegliare su ognuno di voi. INFERUS DENIQUE.
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