LUKASZ MROZINSKI: Mrozinski
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26/11/2018Malinconicamente ci rendiamo a volte conto di come il tempo passi, cercando di capirne la misteriosa percezione, quasi fossimo trasportati in un flusso di energia che ci porta in una imprecisata direzione. Così, tra cantautorato italiano, jazz, avanguardismo e folk, vi raccontiamo l’ultima fatica in studio di Lukasz Mrozinski. L’artista italo polacco ha alle sue spalle ben dieci album, dimostrando una volta ancora, con questo lavoro, di avere una sensibilità spiccata. Mrozinski, così si intitola il full-length, forse parla proprio dell’autore, di come, tra ermetici testi e sonorità accartocciate, si possa intravedere qualcosa di ognuno di noi nel prossimo. Immagini riflesse, tra acustici fraseggi, sfumature dark ed un folk a metà tra la tradizione italica e il concetto di post rock. Un alone di mestizia avvolge i brani, tempo che non tornerà e che non riusciamo completamente a lasciarci alle spalle. Anima plasmata in un’ideale corsa in cui il vento ne ha ondulato le forme, rumorismo sonoro che si intreccia ad orientali livree e ad effetti di fondo di matrice ambient ed electro. Oscura enigmaticità ricopre le note dell’album, minimalismo che non lascia decollare talvolta le qualità dell’artista. Rinchiusi in noi stessi, parliamo una lingua accartocciata, un dialogo interiore che solo in parte esteriorizziamo, così da lasciar naufragare l’ascoltatore in un mare di amarezza. Il full-length è oggettivamente accattivante, ma a tratti sin troppo riservato, quasi si nascondesse tra le ombre delle ambiguità che lo attanagliano. Al di là di questi aspetti, restiamo comunque ammaliati dalla litania di Mrozinski, capace di trasportarci in una dimensione in cui un assordante silenzio svanisce in una quiete ombrosa. Il disco non farà la gioia dei più dinamici ascoltatori, al contrario di chi cerca l’armonia e l’ambientazione cantautorale mescolata al folk e all’avanguardismo più delicato. Raffinato.
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