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DESTRUCTION: INVENTOR OF EVIL

data

27/08/2005
87


Genere: Thrash
Etichetta: AFM Records
Anno: 2005

Puntuale come da copione ecco arrivare nei nostri stereo la nuova fatica dei Destruction, reduci da un migliaio di show dal vivo, un ottimo dvd quale “Live Discharge” e una nuova label, la ‘piccola’ AFM. Tocca a questo “Inventor Of Evil” dare un seguito al più che buono “Metal Discharge” del 2003; che dietro il mixer ci sarebbe stato Peter Tägtgren rappresentava già un buon segno. E infatti, è bene dirlo, “Inventor Of Evil” sfodera la miglior produzione mai ottenuta dal trio tedesco, potente e rifinita senza i suoni di plastica di “The Antichrist” o la pastosità di “Metal Discharge”. Sul versante songwriting ci troviamo davanti ai pezzi più validi scritti da Schmier e soci dai tempi di “All Hell Breaks Loose”, il missile “Soul Collector” e l’altrettanto tirata “The Defiance Will Remain” spianano ottimamente la strada al brano più atteso del platter, nel quale si danno battaglia in un’unica tenzone alcuni dei più grandi singer del metal di ieri o oggi: Peavy dei Rage, Biff dei Saxon, la tuttora affascinante Doro, Paul Di Anno, la voce del doom Messiah Marcolin, lo stesso Peter Tägtgren, Mark Osegueda dai Death Angel, Shagrath dei Dimmu Borgir e il prode Speed degli svedesi Soilwork. Purtroppo se si eccettua la curiosità (e perché no, la soddisfazione) di sentire tante acclamate ugole insieme “The Alliance Of Hellhoundz” è un pezzo molto banale e sciapo, sul quale si poteva fare molto meglio, almeno viste le premesse. Di tutt’altro spessore invece il resto dell’album; “The Calm Before The Storm” si candida a miglior brano del lotto con le sue chitarre acustiche, i continui cambi di umore e uno Schmier che nell’incipit sfodera una prestazione vocalmente identica a “Infernal Overkill” (brividi puri!), e non sono da meno bastonate del calibro di “No Man’s Land”, “Dealer Of Hostility” o “Under Surveillance”. La seconda parte del disco ci fa vedere i Destruction alle prese più con la pesantezza che con la velocità (se si esclude la folle corsa finale di “Killing Machine” e la sostenuta “Twist Of Fate”), ma il rischio di annoiarsi è inesistente. Insomma, ritorno migliore non ci si poteva aspettare; “Inventor Of Evil” è forse anche superiore a “All Hell Breaks Loose”, o perlomeno a quel livello. Non credo serva aggiungere altro.

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