CRADLE OF FILTH: Hammer Of The Witches
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24/07/2015Esce nuovamente per Nuclear Blast il nuovo album dei Dani of Filth, o se preferite, i Cradle of Dani. Tutto sotto controllo, tranquilli, solo la reale consapevolezza di cosa siano ormai i Cradle Of Filth, una macchina da full-length, capace di sfornare lavori con esatta cadenza, dischi tutti terribilmente buoni, senza la minima sbavatura, come usciti da una catena di montaggio. Anche stavolta tutto suona alla perfezione. Cambiano i componenti, ma il risultato finale no; le tastiere tanto tanto carine e sempre al posto giusto nel momento giusto, che si arruffianano tra chitarre che non lasciano il segno, ma corrono alla grande ed una sezione ritmica roboante. Aggiungeteci le solite tette maliziose in copertina ed una produzione perfetta ed eccovi servito 'Hammer Of The Witches', l'ennesima fatica luccicante della band inglese, che sua bassezza Dani ha ormai plasmato a sua immagine e somiglianza, per cui chiunque arrivi non apporterà nulla di nuovo al già impacchettato sound del gruppo. Perdonateci il sarcasmo forzato, ma è dai tempi di 'Midian' che non facciamo altro che ritrovarci tra le mani dischi così, di ottimo livello se fatti da una qualsiasi extreme gothic band, ma non da loro, che di capolavori ne scrissero ben quattro, uno dietro l'altro. Delle atmosfere tetre di un tempo, dove l'horror incontrava romanticamente il black metal non ci sono più traccie. Per chi è cresciuto con quei dischi, vedere le foto promozionali di qualche anno fa, quando i C.o.F. rimasti in tre, imitavano Shagrath e compagnia Dimmuborghiana, fu la prova di quanto stiamo dicendo. Anche perchè tutto sommato i Cradle si mantengono ancora un pelo sopra rispetto ai norvegesi, come dimostra questo 'Hammer Of The Witches', i cui molti pregi lo rendono forse uno dei loro migliori lavori dell'ultima decade. Merito della durata totale inferiore all'ora e della concretezza dei pezzi, compresa una certa varietà nel riffing che non stanca l'ascolto. C'è poi la traccia strumentale di due minuti stile primi dischi, fatta di sole tastierone in crescendo (“The Monstrous Sabbat”) ed alcuni parti dove la componente romantica sembra riaffacciarsi timidamente (“Yours Immortally“). D'altro canto però un brano come “Right Wing Of The Garden Triptych”, ovviamente scelta come singolo per il videoclip, ci riporta al discorso iniziale, ricordandoci come oggi il talento di Dani, venga utilizzato esclusivamente per creare un prodotto dall'anima plastificata, senza errori di fabbricazione, al fine di non rischiare che la spaventosa essenza dark dei vecchi capolavori possa mettere a rischio le ben più importanti aspettative di vendita.
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