CRADLE OF FILTH: BITTER SUITES TO SUCCUBI
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10/11/2005Dopo l'uscita di "Midian" i "rinnovati" Cradle Of Filth si buttano in un tour estenuante, che porterà, però, il succitato cd a vendere un milione di pezzi su scala mondiale; le proporzioni del successo della band inglese attirano le mire della major Sony, che decide di mettere il gruppo sotto contratto. Così i Cradle Of Filth passano da un mezzo scioglimento, all'abbandono della Music For Nations per un contratto dorato con una delle major più importanti in ambito discografico. Per festeggiare la band (in formazione immutata) decide di fondare una propria label (la Abracadaver Music) e di far uscire un nuovo ep: "Bitter Suites To Succubi". Ancora una volta come per "Vempire" parlare di ep è fuori luogo; infatti "Bitter Suites To Succubi" ha una durata superiore ai quaranta minuti ed un artwork e produzione curatissimi. Non solo in una tracklist di dieci pezzi ben quattro sono inediti e di ottimo livello! Dopo l'intro consueta ("Sin Deep My Wicked Angel") i Cradle Of Filth sparano due colossi come "All Hope In Eclipse" e "Born In A Burial Gown", che riprendono lo stile di "Midian" ma in maniera più snella e d'impatto. Ma i successivi "Suicide And Other Comforts" e " Scorched Earth Erotica" (inframezzati dallo strumentale "Dinner At Deviant's Palace") non sono da meno: entrambi risultano complessi e coinvolgenti al punto giusto. In aggiunta a ciò si ha un ottima cover di "No Time To Cry" dei Sisters Of Mercy, che Dani Filth e C. rendono alla grande. Dove però la band fa un macello è nella rivisitazione dei brani del debut "The Principle Of Evil Made Flesh"; la scelta di riprendere tali brani già perfetti nella loro prima incarnazione appare incomprensibile, ma soprattutto è il modo in cui questi vengono rivisitati a far cascare le braccia. Autentici gioielli di malvagità oscura come "Summer Dying Fast", The Principle Of Evil Made Flesh" e The Black Goddess Rises 2" (quest'ultima almeno presentata come una versione 2) vengono appesantiti da orpelli inutili e da cambiamenti che ne snaturano l'essenza. In particolare "Black Goddess Rises 2" da sui nervi per la sua bruttezza, mentre la "nuova", "Summer Dying Fast" fa cadere le braccia. Peccato perchè senza questo scivolone si sarebbe trattato di un ottimo mini cd; così, è consigliato solo se volete avere degli ottimi inediti dei Cradle Of Filth e siete disposti a passare sopra al massacro del loro debutto.
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