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SUBHUMAN

Ciao Matteo, chi ti conosce sa che ora ti sei trasferito a Stoccarda per lavoro, pensi ci saranno problemi a gestire i tuoi impegni con i Subhuman in futuro, o ci sono già date future ben delineate e altre in dirittura d'arrivo? Ciao Davide. Sì esatto, faccio il ricercatore universitario a Stoccarda, sono qua da Gennaio scorso. Purtroppo la situazione lavorativa in Italia è quella che è, quindi la mia scelta di espatriare è stata praticamente obbligata. Ma per adesso sto benone qua. Per quanto riguarda i Subhuman, ovviamente la situazione è assai più complicata di prima, ma abbiamo deciso di andare avanti lo stesso: cercheremo semplicemente di concentrare i nostri concerti nei brevi periodi in cui tornerò in Italia. Abbiamo date già confermate e altre da programmare per promuovere “Tributo di Sangue”. Sul lato compositivo invece la nuova situazione è sostanzialmente uguale a quella di prima: ho sempre composto tutto da solo col mio computer per poi mandare agli altri i provini dei nuovi pezzi via internet. Come ti sembra sin'ora il feedback ricevuto per questo nuovo album? Adesso è un pò presto per dirlo, perché al momento di questa intervista, il disco non è ancora ufficialmente uscito. Abbiamo giusto ricevuto un paio di recensioni e venduto i dischi al release party e attraverso il nostro webstore, ma i responsi per adesso sono più che positivi. Da parte mia penso che “Tributo di Sangue” sia molto migliore dell’album precedente: più maturo, più tecnico, meglio prodotto, più personale e con canzoni e testi migliori. Ma ovviamente io sono di parte...eheheheh! C'è un trait d'union tra lavoro grafico e testi? A cosa è riferito il titolo? Il titolo del disco è nato quando ormai il processo compositivo era quasi completato ed è stato preso da un verso del testo di “In Memoria di Me”. Mentre riguardavo i testi, quell'espressione mi ha subito colpito e ho pensato che fosse un titolo perfetto per questo album: oltre a suonare molto “Metal”, rappresenta alla perfezione tutto l’impegno, le energie, e il sudore che abbiamo versato per cercare di andare oltre i nostri limiti, e produrre la musica migliore che potessimo. Questo album rappresenta il nostro “tributo di sangue” al metal, a ciò che ci fa sentire veramente vivi da quando eravamo bambini. L’idea per l’artwork mi è venuta di conseguenza. La cover può essere letta in diversi modi: la prima interpretazione è che ogni uomo (rappresentato dal ragazzo in primo piano) è obbligato a doversi sacrificare per i doveri che la vita gli impone. Il lavoro, la famiglia e il posto in società richiedono rinunce (rappresentati dalle croci in fiamme sullo sfondo) e ci obbligano a versare ogni giorno il nostro "tributo di sangue". Ma, come dicevo prima, la cover può esprimere anche tutte le difficoltà che abbiamo dovuto attraversare per arrivare alla realizzazione di questo album. Irriverenti, bestiali, volgari ma non scurrili, tecnici, veloci, divertenti ma non goliardici: o forse si? Quali di questi termini senti più appartenenti per definire i Subhuman? O suggeriscici tu qualcosa: quale pensi siano i punti cardine di un quintetto come il vostro? Non saprei quali aggettivi sarebbero i più corretti per descrivere i Subhuman, dovresti dirmelo tu! Noi proviamo semplicemente ad essere come la band ideale che ci piacerebbe ascoltare e vedere, cercando sempre di fare le cose al meglio e, cosa importantissima, divertendoci. Comunque veloci lo siamo di sicuro...AHAHAHAHA! Nella recensione ho parlato di un'influenza non invadente di Mustaine: quanto son stati importanti per te i Megadeth e che ne pensi del corso intrapreso dalla band a partire da 'The Worlds Needs A Hero' in poi? I Megadeth per me sono MOLTO importanti. Sono stati la seconda band Metal che ho ascoltato dopo gli Iron Maiden (si tratta di ben 22 anni fa) e tuttora ritengo “Rust in Peace” uno dei 3 album più belli della storia. I dischi dei Megadeth del periodo che dici tu sono sicuramente meglio di quell’aborto che fu “Risk” ma, nonostante non si possa dire che siano così brutti, suonano come i classici dischi fatti col pilota automatico: tanto mestiere e niente altro. Adoro i Megadeth che furono, ma sinceramente non mi sono mai ispirato direttamente a loro per comporre. Dato che però li ho ascoltati così tanto, non escludo affatto che se ne possa sentire qualche eco nei miei riff e nei miei soli. Anzi, lo prendo come un grosso complimento... Si sorride, e si riflette: due stati emotivi appartenenti al 100% al modus operandi dei Subhuman. Avete riproposto un vecchio brano, oltre ad aver composto "Fassaborto" (la vetta a livello di testi forse) e dato spazio ad altre idee come "Tutti I Vizi Del Presidente". Parlaci un po dei brani, è stato difficile dare loro il giusto equilibrio tra irriverenza e serietà, sia a livello di musica non? A livello di musica ti posso dire che la cosa più difficile è comporre roba che suoni interessante, moderna e non scontata pur rimanendo in un ambito Thrash-Death molto tradizionalista e per certi versi old-school. Non ti sto a descrivere qui nel dettaglio tutte le canzoni perché rischierei di diventare un po prolisso, ma in generale i nostri testi trattano di argomenti della natura più disparata: si parla di Padre Pio su “Santo Impostore”, di Leonarda Cianciulli su “In Memoria di Me” e di Berlusconi su “Tutti i Vizi del Presidente”. Trattiamo di cannibalismo visto in chiave “B-movie” su “Nutrimi Ancora” e di alcolismo su “Il tuo nome è Jack”. Ma ci sono anche testi decisamente sopra le righe come “L’Atroce Scommessa” (che racconta di un’amica di Zula che fece una scommessa con lui e che, se avesse perso, gli avrebbe dato il culo) e della da te citata “Fassaborto”, dove si narra la storia di un tipo che, mentre intonaca casa, trova nel ballino di Fassa Bortolo un bel feto morto (da cui Fassa Aborto, che contratto viene appunto “Fassaborto”), ma se ne frega e lo stende sul muro insieme all'intonaco. Come giustamente fai notare non è facile parlare argomenti così grotteschi senza cadere nel demenziale. E personalmente trovo penose quelle band che con la scusa dell’ironia non vanno oltre il “cazzo-fica-merda-birra-trombare”. Diciamo che si può essere ironici in diversi modi, e che tra i risultati che si possono ottenere c’è la stessa differenza che c’è tra “Amici Miei” e un qualunque Cinepanettone. Fabrizio ha sempre colpito per il suo modo di trattare argomenti seri e non, in un modo non scontato: quando l'avventura dei Subhuman cominciò con lui, te lo saresti mai aspettato? Com'erano i Subhuman del periodo pre-Zula rispetto a quelli di oggi e che aria si respirava attorno a voi? Bella domanda. Sono passati qualcosa come 11 anni da quando ci formammo e da allora è cambiato TUTTO. A partire dal fatto che suonavamo solo cover, che la band non era niente di serio (in tutti i sensi) e che io durante i concerti indossavo una maglietta bianca (bianca dio mio… BIANCA!). A quei tempi il frontman dei Subhuman era il nostro amico David “Gotto” Corti, un tipo tanto inaffidabile quanto geniale nell'inventarsi storielle esilaranti e bestemmie “creative” che facevano letteralmente sbellicare la gente ai concerti: è stato lui a dare il la al lato “cazzone” della nostra attitudine, specialmente dal vivo. Quando Gotto se ne andò dalla band, Zula si propose per venire a cantare con noi. Eravamo un po’ dubbiosi perché lui praticamente non aveva mai cantato, ma appena si mise a urlare nel microfono rimanemmo a bocca aperta. Poi scrisse il primo pezzo in italiano: anche in quella occasione fummo dubbiosi, ma appena lo cantò ci lasciò a bocca aperta. E tutt'oggi, ogni volta che scrive un testo rimaniamo a bocca aperta dal suo modo di trattare ogni tematica. Quell'uomo, qualunque cosa faccia, ci lascia sempre a bocca aperta! All'inizio non mi sarei aspettato che Zula fosse un frontman così azzeccato per noi, ma è stato un membro assolutamente fondamentale per l’evoluzione dei Subhuman e non potremmo mai prescindere da lui, dai suoi testi e dalla sua voce. Torniamo ancora al nuovo disco, farcito copiosamente di tuoi assoli. C'è qualche motivo a livello stilistico in particolare o veniva d'istinto ridefinire i brani con le tue parti da solista? Qual'è il tuo approccio dinanzi una canzone quando devi inserirne l'assolo? Pensi, scrivi o definisci qualcosa in un modo particolare o ti fai trasportare dall'improvvisazione per poi limare il tutto piano piano? Sì è vero, su “Tributo di Sangue” ho messo milioni di assoli ehehehe. In realtà non l’ho fatto intenzionalmente, semplicemente le canzoni sono venute così e mi sono reso conto della cosa solo quando il processo compositivo era quasi completato. Essendo cresciuto negli anni ’80 sono sempre stato affezionato al concetto dell’assolo, penso che dia alla canzone qualcosa in più e la renda più interessante. Ci tengo però a sottolineare che i soli sono solo per metà miei, mentre gli altri sono opera del mio “compagno di asce” Elia il quale, peraltro, ha fatto un lavoro eccezionale con le sue parti. Altra curiosità: nel booklet del disco abbiamo anche scritto chi di noi due ha fatto ogni solo, proprio come negli album dei Judas Priest. Molto old school... Negli anni avete fatto un bel po di attività live: ci sono date a cui sei particolarmente affezionato? Sì, abbiamo fatto una valanga di concerti e per ognuno riservo bei ricordi. Inutile dire però che ce ne sono alcuni che, per vari motivi, non dimenticherò mai: la soddisfazione per aver partecipato a festival prestigiosi come l’Evolution o il Gods of Metal, la prima volta che suonammo fuori dalla Toscana e vedemmo gente che conosceva a memoria i nostri pezzi, il pogo selvaggio (con tanto di sangue a fiotti) di una data vicino a casa nostra. Ma anche episodi più “singolari” come quando un venditore di rose immigrato si aggirava tra il pubblico “pogante” e noi lo chiamammo sul palco, o quando Zula si è travestito da personaggi inquietanti come la suora, Bat Man o il tennista. A proposito, ci sono un sacco di idee per tanti travestimenti nuovi di zecca. Da Maple Metal Records a Subsound: a te la parola... Siamo contenti del trattamento che la Maple Metal Records ci riservò per “Profondo Rozzo”, ma il fatto che la label fosse canadese pregiudicò un po’ la promozione in Italia e in Europa, che invece avrebbero dovuti essere i nostri mercati più ricettivi. A questo giro quindi avremmo preferito una label geograficamente più vicina e la proposta della Subsound è capitata a fagiolo. Per concludere ti lascio tutto lo spazio sufficiente per le solite cose: prossimi appuntamenti, informazioni, come comprare il disco e quant'altro ci sia da sapere su Subhuman che magari ho tralasciato, perchè no! Ciao e grazie! Niente di particolare da aggiungere. Se qualcuno, bontà sua, è arrivato a fine intervista, lo invito a ascoltare i nostri pezzi in giro per la rete e, se è così magnanimo da volerci comprare cd, vinili, magliette etc. sulla nostra pagina facebook, ci sono tutti i contatti e le informazioni che gli servono...THRASH ON!

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