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JOHN CORABI

Incontriamo il grande John Corabi, chitarra e voce degli Union nonché ex cantante dei Motley Crue, in albergo poco prima del suo concerto all'Esta Bì di Ornavasso. Ciao John. Questa è la nona tappa del tuo tour; sei completamente soddisfatto di come questo tour procede? Certamente! Anzi, sono davvero sorpreso di quanta gente sta venendo a vedermi durante questo tour, davvero piacevolmente sorpreso. Quando mi hanno proposto di fare questo tour da 32 date ho detto “Wow, questo è probabilmente il più grande tour che io abbia mai fatto da solo!”. Gli shows fino ad adesso sono stati grandiosi per essere dei concerti acustici; i concerti acustici non piacciono molto e di solito non viene molta gente e la gente che viene è sempre molto tranquilla e pacata, ma durante queste prime date del tour ho avuto davvero delle sorprese; centinaia di persone ogni notte che dopo il concerto mi vengono a dire che gli è piaciuto lo show, che gli sono piaciute le storie che racconto, che ha provato emozione per lo show acustico, che il tutto è stato davvero cool. Se tutto continuasse così e mi proponessero di fare altri 32 shows accetterei volentieri. Ma stasera tu non farai un concerto acustico, vero? Ho assistito al soundcheck e non era il soundcheck per un concerto acustico. Questi ragazzi con i quali mi esibirò stasera mi hanno contattato e mi hanno chiesto di suonare con me. Hanno imparato le canzoni alla perfezione, così ho detto “Va bene, niente acustico stasera!”. Se hai assistito al soundcheck, ti sarai reso conto da solo di quanto siano preparati. Sarà un vero piacere suonare con loro stasera. Suonerò in acustico solamente un medley di Driftaway e Home Sweet Home. Perchè hai deciso, a questo punto della tua carriera, di realizzare un disco acustico, John Corabi Unplugged? Vedi, tutte le canzoni che ho composto nella mia carriera sono nate in acustico; io scrivevo la canzone con la chitarra acustica e poi la proponevo alla band, ai the Scream prima, poi ai Crue ed in seguito agli Union, e solo in seguito veniva arrangiata come canzone elettrica. Così ho pensato “Hey, perchè non fare sentire ai fans come suonano le canzoni in questa veste? Ho scelto alcune canzoni che mi sembravano più adatte ed ho composto cinque nuove canzoni per l'occasione. Con che criterio hai scelto le vecchie canzoni da riregistrare in questo disco? Ho tenuto concerti acustici per tutto l'ultimo anno, anno e mezzo, e durante questi shows acustici ho proposto molte canzoni diverse, ottenendo reazioni differenti da ognuna di loro. Ho quindi scelto quelle che, a mio avviso, il pubblico ha dimostrato di apprezzare maggiormente e che ritenevo venissero meglio con questo arrangiamento. Se nomini John Corabi molti fan pensano “Oh, life, it's misunderstood, yeah!”, perchè questa è la canzone che principalmente riconducono a John Corabi. Qualcuno sarà sorpreso dalla scelta. Misunderstood è una canzone troppo complessa da poter ridurre in versione acustica. Ci sono troppe parti strumentali differenti in questa canzone, e molte orchestrazioni. Non sarebbe venuta bene in formato acustico. Mi parli delle cinque canzoni nuove? Ho scritto queste canzoni e le ho arrangiate con il mio chitarrista, che si chiama D.A. Karkos. Quindi le abbiamo registrate con tutta la band, io, Cheney Brannon alla batteria, Chris Nolen al basso e D.A. alla lead guitar, facendo molta attenzione che avessero un feeling molto live, in modo che dal vivo potessero venire identiche. Di cosa parlano le lyrics di queste nuove canzoni? Per la maggior parte parlano d'amore. Per esempio una descrive l'essere in una band, e si chiama Are You Waiting?, e descrive il ritorno a casa dopo essere stato lontano a suonare mentre qualcuno ti vuole bene e ti aspetta. Crash parla della fine di una relazione sentimentale, mentre If I Never Get To Say Goodbye descrive come ci si sente alla fine di uno show quando devi salutare il pubblico che ti ha voluto bene per tutta la durata del tuo concerto, ed è anche una canzone per dire che devi sempre fare sapere alle persone che ti vogliono bene quanto gliene vuoi tu, perchè così funziona l'universo, possono uscire dalla porta e non rientrare più. Ho visto la setlist del concerto che hai tenuto a Roma. Suoni anche delle covers, vero? Si, eseguo due covers, dei miei gruppi preferiti. Una è Season Of Wither degli Aerosmith e l'altra è Oh Darling dei Beatles. Ho scelto queste perchè, oltre ad essere bellissime canzoni, non sono le solite covers che fanno tutti e che il pubblico è stufo di sentire. Cosa mi dici dell'artwork di questo disco? Nel libretto del disco ci sono molte foto, fatte in studio, durante la vita privata, in tour, durante i concerti. Per la copertina c'è questa strada scura, fatta di pietre, il mio logo ed una mia foto in bianco e nero con la sigaretta. E' una foto molto vecchia però. Perchè scegliere questa? Perchè sembro bello in questa foto, come un attore (ride). Nel libro The Dirt tu affermi che, all'epoca dei Motley Crue, non sapevi se essere un cantante o un chitarrista, perchè non era più possibile per te essere entrambi ed essere il meglio in entrambi i casi. Oggi, dopo 18 anni, cosa sei, un cantante o un chitarrista? Sono entrambi, e mi sforzo di essere sia un cantante bravo che un chitarrista bravo. Un giorno sono meglio come cantante, un giorno come chitarrista; l'importante è continuare a provarci. Una cosa che mi ha colpito molto leggendo questo libro è che, in un libro dove si parla male di chiunque, di te, e solamente di te, parlano tutti bene. Con i ragazzi ci siamo lasciati bene, siamo rimasti amici ed abbiamo lavorato assieme anche alla stesura di 'Generation Swine'. Ti ha sorpreso l'insuccesso di 'Generation Swine'? 'Generation Swine' era il disco che bisognava fare assolutamente in quel momento, perchè i tempi erano maturi per il successo dell'elettronica applicata al rock, e molti dischi contemporanei lo hanno dimostrato. Secondo me è un album molto buono. Lavorerai ancora al progetto Union in futuro? Ufficialmente non abbiamo mai avuto lo split. Bruce e gli altri ragazzi sono molto impegnati, ed anche io lo sono, e, se un giorno troveremo tutti il tempo per dedicarci in maniera seria agli Union lo faremo senz'altro. Nel 2008, durante una crociera, la Motley Cruise, c'è stato l'unico duetto nella storia tra te e Vince Neil per cantare "Highway To Hell". Cosa mi racconti di quell'episodio? Sono estremamente divertito ogni volta che me lo chiedono, perchè sembra si tratti di una cosa straordinaria, invece non è così. Io e Vince siamo amici, ci vediamo spesso ed abitiamo a poca distanza. Abbiamo jammato centinaia di volte insieme. La gente pensa che io e Vince non ci piacciamo a vicenda per come sono andate le cose con i Motley Crue, invece con è così. Se lui fosse qui stasera con noi faremmo un duetto senza problemi. Su internet, nei forum e nei siti specializzati si parla di te come di uno dei più grandi “american rock storytellers of the last twenty years”. Cosa ne pensi di questa definizione? Beh, mi fa estremamente piacere che qualcuno la pensi così. È un grandissimo complimento. Io mi sveglio la mattina, e faccio quello che mi viene naturale fare, e se qualcuno la pensa a questo modo ne sono lieto. Come è andata con i Brides Of Destruction? Semplicemente la musica che gli altri avevano in mente era diversa da quella che volevo fare io. E con i Ratt? Lo stesso. Nessun problema, ne altro. Solo non mi interessava il tipo di musica che volevano fare loro. Secondo me 'Motley Crue' è uno dei dischi migliori degli anni novanta; è ben scritto, ben prodotto, ben suonato ed il songwriting è molto ricercato. Anche a livello di lyrics è favoloso, con il testo di Misunderstood su tutti. Però capisco che non era il disco che doveva uscire per i Motley Crue dopo 'Dr. Feelgood', e non era il disco che i fan volevano. Secondo te, se fosse uscito per un'altra band o con un'altro nome, lo stesso disco, avrebbe avuto un successo differente? Beh, chi può dirlo? La vita è come deve essere (lo dice in italiano). Cosa ne pensi dei nuovi media come mezzi per fare conoscere la tua musica? Sono fondamentali per promuovere la mia musica e per tenere il contatto con i fans. Sarebbe stato favoloso avere questi mezzi anni fa, quando ho cominciato. Ultima domanda, classica, che viene rivolta a tutti: buon songwriting, buona tecnica strumentale, buona produzione, buona distribuzione. Quale fattore secondo te è il più importante per il successo di un disco? Secondo me le canzoni devono essere buone, se le canzoni non sono buone puoi avere tutto il resto, ma non combinerai nulla. Poi certo, la combinazione di tutti questi fattori è fondamentale. A me piace ascoltare dischi come 'Abbey Road', o 'Rocks' degli Aerosmith, che hanno un songwriting eccezionale e grandissime performances alle voci, alle chitarre, alla batteria, alle backing vocals. Ok, John, ti ringraziamo per il tempo che ci hai concesso. Grazie a te ed a chi leggerà questa intervista.

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