RAMMSTEIN: Untitled
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24/05/2019Dieci anni di oblio discografico, ed a spezzare il loro lungo silenzio in studio ecco un lavoro "senza titolo" per i tedeschi Rammstein. Progetto ormai dal consolidato pubblico è riuscito, pur cantando in lingua madre e non nel più commerciale inglese, a sfondare a livello internazionale. Un sound il loro a metà tra il metal e l’elettronica, una marzialità nei suoni e nelle voci che ricalca le tradizioni del paese e che viene sottolineata proprio dall’uso della lingua madre, diventato punto di forza, soprattutto a livello fonetico, per il project. Il disco alterna il più aggressivo industrial a suite che fanno l’occhiolino al pop, sempre però decantando nell’elettronica e in quell’unto e violento marchio di fabbrica di Till Lindemann & co. Non mancano gli ormai classici riferimenti al sesso, alla storia del paese d’origine e ammiccanti ritornelli che non potranno che trasportarvi nella dimensione dei Rammstein. Lavoro che con l’uso di effetti elettronici ed azzeccati armonie di tastiere riesce a conficcarsi in testa, semplicità che coglie il bersaglio, azzeccando le strutture e dando un’epica essenza ai pezzi. Non caschiamo mai nel concetto di banale, rozzi e strafottenti al punto giusto, con una sontuosa interpretazione vocale di Lindemann a dare l’impronta consueta. I tempi della musica elettronica sono passati, stabilizzandosi su un ideale equilibrio tra metal, industrial e rock, ballate e lenti che si alternano in un groviglio di impulsi elettrici e di impudenti chitarre. Chi ama i tedeschi continuerà a farlo, chi invece non li sopporta continuerà a non gradire una formula che non cambia e che rientra in un blasone consacrato. Il passo scandito dalla marzialità delle ritmiche e dall’ossatura dei pezzi ci trasporta in una dimensione di esaltazione militaresca, una chiave ironica ed una provocazione che non sempre viene compresa e sulla quale gli artisti hanno costruito una carriera. Non entriamo nel merito di ideologie politiche e sull’opportunità di citazioni storiche, è chiaro però che i dischi dei Rammstein colgano musicalmente nel segno, riuscendo anche questa volta a far ciondolare il capo. Album che ci ha convinto e rientra qualitativamente in standard elevati sia all’interno della discografia medesima della band, sia in rapporto con il filone di appartenenza. Auspichiamo non passino altri dieci anni per un nuovo lavoro, invitandovi a godervi “untitled”.
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