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DRAGONFORCE

Incontriamo Herman Li e Marc Hudson, rispettivamente mastermind e cantante dei Dragonforce nel primo pomeriggio pomeriggio della loro data milanese. Il clima è molto rilassato, con Herman che mangia una confezione di noodles cinesi liofilizzati e Marc in tuta da ginnastica e capelli raccolti. Questo è quello che ci siamo detti. Ciao. Herman, questa è la nostra terza intervista; ho avuto infatti modo di intervistarti nel 2003 per la release del vostro debut album 'Valley Of The Damned' e quando vi esibiste al Gods Of Metal. (H) - E' passato un sacco di tempo. Direi che il fatto che siamo ancora qui dopo tutto questo tempo sia un'ottima cosa, no? Questa è la vostra terza data italiana durante questo tour. Come sono andate le altre due date a Treviso e Firenze? (H) - Sono andate molto bene. Decisamente bene. Moltissimi fan che strillavano, cantavano le nostre canzoni. Davvero buoni concerti. E per stasera a Milano quali sono le vostre aspettative? Ovviamente ci aspettiamo che accada lo stesso. I fan italiani sono davvero grandi. Mi dite qualcosa a proposito dei vostri supporting act durante questo tour? (H) - Gli Huntress sono californiani, di Los Angeles. Hanno già fatto il tour americano con noi. Ci troviamo molto bene con loro. I Kissin' Dynamite sono tedeschi e suonano un hard rock davvero forte. Sembrano usciti direttamente da un varco temporale collegato con la scena di Los Angeles degli anni '80. Siete in tour da settembre e lo sarete fino a dicembre, ma comunque, anche senza essere in tour, durante tutto l'anno avete molte date ogni mese. Quanto è difficile avere una vita regolare? (H) - Beh, questa è la mia normalità di vita, non ne conosco una diversa. (M) - Per me è diverso, perchè questo è il mio primo tour così lungo. È difficile abituarsi a questo tipo di vita, ma è emozionante da morire! Adoro il contatto con i fan e l'emozione che si prova on stage ogni sera! Marc, per chi non ti conosce ancora, ti va di presentarti con parole tue? (M) - Ok. Mi chiamo Marc, sono nato ad Oxford, in Inghilterra. Sono nella band da quanto? Uhm, due anni, ormai non me lo ricordo neanche più! Ho sempre sognato di diventare un cantante a questi livelli. Prima di entrare nei Dragonforce ho avuto solamente esperienze a livello amatoriale. Il mio primo concerto con i Dragonforce è stato per aprire per gli Iron Maiden; giuro, non avrei potuto chiedere di meglio. Herman, mi dici qualcosa a proposito del vostro split con ZP? (H) - Non credo che sia interessante parlarne in questo momento. Andiamo avanti con l'intervista. Marc, quanto è stato difficile entrare in una band già affermata e con già alle spalle più di 10 anni di storia? (M) - Beh, non è stato molto difficile perchè tutta la band mi è stata vicino costantemente ed ha fatto di tutto per farmi integrare al meglio. Che tipo di cantante stavate cercando quando avete trovato Marc? (H) - Non sapevamo che tipo di cantante stessimo cercando, ma sicuramente siamo felici della scelta fatta con Marc. Quando Marc è entrato nella band 'The Power Within' era già pronto da registrare, oppure è stato scritto apposta per lui? (H) - Era a metà percorso. Diciamo che 'The Power Within' è stato scritto sia con Marc, sia senza di lui. Herman, ho letto che per trovare Marc, e Fred prima di lui, avete fatto delle audizioni online. Me ne parli? (H) - Ovviamente non si possono fare audizioni completamente online per trovare il membro di una band. Solo il primo contatto è stato online. Marc, quali sono le tue principali influenze come cantante? (M) - Mi piacciono Micheal Kiske, Bruce Dickinson e Rob Halford, ma anche Ronnie James Dio e James Labrie. E poi Sebastian Bach degli Skid Row e Fabio dei Rhapsody. 'The Power Within' è uscito ormai sette mesi fa. Oggi siete completamente soddisfatti di come è uscito, oppure potendo tornare indietro c'è qualcosa che rifareste in maniera differente? (H) - Sicuramente siamo più che soddisfatti, perchè non avremmo mai rilasciato sul mercato un prodotto nel quale non credessimo ciecamente. I fan lo adorano, e gli addetti ai lavori lo considerano un buon disco, quindi bene così. Herman, siete ancora una extreme power metal band? (H) - Questa definizione è nata perchè la Sanctuary cercava una definizione del nostro sound da usare come neologismo per pubblicizzarci, da scrivere su un adesivo da attaccare alla plastica di 'Sonic Firestorm'. Quindi, visto che la maggior parte dei nostri pezzi era così (mima con le mani la doppia cassa della batteria, facendo rumore con la bocca per rendere meglio l'idea), supersonico e velocissimo, è nata questa definizione. Per risponderti, lo siamo e non lo siamo, così come lo siamo stati in passato pur non essendolo. Quanto il vostro sound si è modificato, secondo te, dal vostro debut album fino ad oggi? (H) - Secondo me molto, perchè oggi siamo molto più adulti e maturi. La nostra musica si è evoluta di conseguenza. Perchè avete scelto proprio una canzone come "Cry Thunder", così differente da quelle precedenti, come primo singolo e come primo video per 'The Power Within'? (H) - Tutti i singoli precedenti, ed i video che li accompagnavano, erano veloci, "Heroes Of Our Time", "Operation Ground And Pound" e tutti gli altri. Abbiamo scelto questa canzone per sorprendere i fans e per fare capire a chi non ci ama che noi non siamo solo assoli supersonici e ritmiche superveloci. Quanto è difficile scrivere una canzone dei Dragonforce? (H) - Questo è il nostro stile, le nostre canzoni nascono quasi spontaneamente. È molto più difficile per noi scrivere una struggente ballad che una "Fury Of The Storm" o "Heroes Of Our Time". E quanto è difficile ricordare a memoria una canzone come "Heroes Of Our Time" o "Operation Ground And Pound", basata su soli che durano cinque minuti? (H) - Beh, io mi sveglio la mattina, prendo la chitarra e suono fino alla sera, tutti i giorni. È tutto esercizio, ripetizione fino a raggiungere la perfezione. Mi dici qualcosa a proposito della controversia al centro della quale siete stati durante l'Inhuman Rampage Tour? (H) - Vedi, durante tutto quel tour abbiamo avuto dei serissimi problemi con l'attrezzatura, e questo ha minato molto la nostra capacità di suonare dal vivo. Abbiamo dovuto suonare, in certi concerti, con le canzoni minimamente rallentate perche i problemi con l'audio onstage e con la trasmissione senza cavi degli strumenti erano enormi. Ricordo principalmente il Graspop 2006, probabilmente il nostro peggior concerto. Si è diffusa l'idea, con il circolare in rete di video ripresi durante quei concerti, che i nostri pezzi fossero accelerati in studio, che non fossimo in grado di suonare davvero quello che si poteva sentire su disco. Oggi questo è dimenticato, perchè abbiamo fatto abbondantemente vedere che siamo assolutamente in grado di replicare dal vivo quanto fatto in studio. Il processo di songwriting è un lavoro di gruppo, oppure è un processo affidato al singolo membro? (H) - Il songwriting è un lavoro che facciamo in gruppo. Un membro trova una buona idea, e ci lavoriamo tutti assieme. L'anno prossimo sarà il decimo anniversario della band. Avete in mente qualche modo per festeggiare? (H) - Beh, l'anno prossimo sarà il decimo anniversario del primo disco, non della band. La band si è formata nel 1999, quindi abbiamo già avuto il nostro decimo anniversario. No, non pensiamo di fare qualcosa di muovo, solo andare in tour ed in tour ancora. Herman, mi dai una versione definitiva dell'enorme ritardo della riedizione rimasterizzata di 'Valley Of The Damned'? Ho sentito mille voci a riguardo. (H) - Nessun problema a proposito della riedizione di questo disco. Solo abbiamo aspettato un po' di più per avere il miglior lavoro possibile da mettere sul mercato. Perchè avete deciso di registrare 19 concerti per realizzare 'Twilight Dementia', invece di registrarne uno solo per dare una maggiore idea della dimensione live? (H) - Abbiamo registrato così tanti concerti per poter dare ai nostri fan le versioni migliori delle nostre canzoni in chiave live. Se registri solo un concerto, se qualcosa va storto ti ritrovi con nulla per le mani. Voi siete diventati famosi anche grazie ai videogame, soprattutto per Guitar Hero, e molti vostri fan, molto giovani, lo sono diventati grazie a questo gioco. Mi dici Herman qualcosa a riguardo? (H) - Certo, sicuramente i videogame ci hanno aiutato a farci conoscere ed a diffondere la nostra musica, ma non credo che i Dragonforce siano famosi solo per quello. Altrimenti il nostro pubblico sarebbe composto da soli ragazzini, invece il nostro pubblico è piuttosto variegato. Herman, ti piacciono ancora molto i videogames? (H) - Certamente, ma non ho più molto tempo per giocarci. Ne hai uno preferito? (H) - No, gioco a molti giochi molto differenti tra loro, e mi piacciono tutti. Herman, tu sei molto attivo anche sul fronte delle guitar clinic. Me ne parli? (H) - Certo. Quando non sono in tour mi piace molto dedicarmi anche a questa attività che ritengo stimolante. Ritengo sia bello per un musicista mostrare, senza ovviamente svelare tutti i trucchi del mestiere, come si suonano i pezzi più amati. Herman, tu sei mancino, ma suoni una chitarra per destri. Come fai? (H) - Non sono del tutto mancino. Ok, all'inizio mi sono dovuto adattare, ma poi non è stato un problema. Diciamo che con il tempo sono diventato ambidestro. Mi dici qualcosa sulla Ibanez E-Gen, la tua signature model guitar? (H) - È una derivazione della Ibanez S, con il corpo in mogano e sette corde. È realizzata seguendo i miei consigli e le mie richieste specifiche. Secondo me è davvero un bellissimo strumento. Herman, Dave è scozzese, Fred è francese, Sam è neozelandese, Vadim è ucraino, Marc è inglese e tu sei cinese. Come funziona una band simile? (H) - (ride) Viviamo tutti in Inghilterra, e parliamo tutti inglese. La cosa non è affatto un problema. Cosa ne pensate dei nuovi media, facebook, twitter, youtube, per promuovere la vostra musica? (M) - All'interno della band mi occupo io di tenere aggiornati questi mezzi di comunicazione. Secondo me sono molto importanti ed offrono nuove infinite possibilità per farci conoscere da sempre più persone. Ok, ultima domanda, che viene fatta a tutti: buon songwriting, buona tecnica strumentale, buona produzione, buona distribuzione. Quale fattore è il più importante per il successo di un disco? (H) - Sicuramente tutti assieme, perchè una cosa necessita di tutte le altre. Ok, c'è qualcosa che volete aggiungere alla nostra intervista per chiudere? (M) - Ringraziamo tutti coloro che hanno letto questa nostra intervista. Vi aspettiamo ai nostri concerti.

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