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GOTTHARD

Incontriamo Hena Habegger, batterista dei fantastici Gotthard dopo aver assistito al soundcheck per il loro concerto milanese all'Alcatraz. L'incontro avviene nel locale mensa del backstage, mentre i cuochi si stanno rumorosamente dando da fare per preparare il cibo per le band e tutto l'entourage. Con un bicchiere di vino bianco in mano il simpatico e diretto batterista ha risposto a tutte le nostre curiosità, in maniera diretta e breve, dandoci così il tempo e la possibilità di aggiungere domande non previste, trasformando l'intervista in un botta e risposta veloce, snello ed esaustivo come non mai. Ciao Hena. È davvero un piacere incontrarti stasera. Questo è stato un lungo tour, ed adesso mancano solo otto date alla fine. Mi vuoi dire qualcosa per commentare questo tour così lungo? Si, è stato davvero lungo questo tour. Fino ad oggi abbiamo fatto 53, 54 concerti, dei quali non open air, quindi nei palazzetti e nelle sale da concerto, qualcosa come 30, 35 shows. Ci stiamo divertendo un sacco, ed il pensiero di tornare a casa per un periodo più lungo dopo tutto questo tempo passato in giro ci rattrista un poco, ma abbiamo davvero bisogno di ricaricarci con un lunga pausa. Cosa dobbiamo aspettarci dallo show di stanotte a Milano? Penso che vedrai una band di rock n'roll che spacca davvero il culo. Questo siamo noi, una band che spacca il culo, ed abbiamo così tanta energia da dare al pubblico che rimarrai colpito davvero dal concerto di stasera! Cosa mi puoi dire dei Planet Hard, i vostri supporting act per il concerto di stasera? Niente, non li conosciamo, sono una band locale. Hanno suonato il vostro stesso giorno al Gods Of Metal quest'anno. Purtroppo non abbiamo avuto modo di assistere al loro show al Gods Of Metal, ma sono sicuro che sono bravissimi. Sono passati cinque mesi dalla release di 'Firebirth'. Quali sono le tue sensazioni a proposito di questo disco oggi, dopo tutto questo tempo? Siamo assolutamente soddisfattissimi di questo disco, soprattutto perchè i fans hanno accettato Nick da subito, e questa era per noi una priorità. C'era la possibilità che questo non avvenisse, ma per fortuna le cose sono andate per il meglio. Per il resto, grandi canzoni di rock n'roll, tutto qui. Sai cosa mi ha colpito? Quando Steve è morto, sul guestbook del vostro sito i messaggi “Non vi arrendete”, “non fermatevi” sono stati quasi di più di quelli di cordoglio per la perdita di Steve. Si, questo ci ha fatto un enorme piacere, perchè come band abbiamo ricevuto dai fans la spinta ad andare avanti al di la della tragedia che ci ha colpito. So che per il posto di Nick si erano presentati in tantissimi, oltre 450. Perchè avete scelto proprio lui? Perchè lui era il più bravo di tutti, ed anche come persona è il migliore tra tutti coloro che si sono presentati, e questo è per noi una priorità, visto che i Gotthard sono una famiglia. Si sono presentati cantanti anche famosi, anche se non ti posso rivelare di chi si tratta, ma non avremmo mai accettato una persona con la quale era impossibile andare daccordo e che non stesse dentro la famiglia Gotthard. Con Nick siamo tutti diventati molto amici fin da subito. La personalità e la mentalità di Nick sono le cose che ci hanno colpito maggiormente. Abbiamo fatto la scelta giusta. Non cercavate un clone di Steve, vero? No, questo sarebbe stato un errore enorme. Non potevamo avere Steve, ma che non era Steve sul palco con noi. Guarda al passato, Helloween, Iron Maiden, Nightwish, Sepultura, e mille altre bands che sono state costrette a sostituire il proprio cantante, nessuno ha scelto un cantante che somigliasse a quello da sostituire, perchè i fans non vogliono cloni di chi non c'è più. Non cercavate per forza un cantante svizzero, vero? No, infatti Nick è australiano, anche se è nato in Svizzera ed ha il passaporto svizzero. Non potevamo limitare la ricerca in una scelta così importante. E' stato strano lavorare con Nick dopo tutti questi anni con Steve? Si, per forza doveva essere strano, ma abbiamo deciso di andare avanti ed avanti bisognava andare, strano o no. Devi adattarti o lasciare stare. Quanto ha contribuito Nick alla composizione di Firebirth? Lui suona la chitarra ed il pianoforte, e questo ci ha aiutato tantissimo a scrivere il nuovo album. Musicalmente parlando, secondo te quanto cambia tra Need To Believe e Firebirth? Secondo me tantissimo. Need To Believe è un disco bellissimo ma è iperprodotto, Firebirth è diretto, grezzo. Need To Believe è potente ma è quasi un disco pop, Firebirth è puro rock n'roll! Non vorrei farti questa domanda, ma è necessario, e mi devi scusare. Mi dici qualcosa per ricordare Steve? Cosa posso dirti, per me era un amico, un fratello, e così era per gli altri ragazzi della band. Ha lasciato un vuoto enorme in tutti noi. Mi manca ogni giorno. Purtroppo non puoi cambiare il passato, devi andare avanti. Ok, cambiamo argomento. Economicamente parlando, è ancora redditizio fare un disco nuovo? Fare un disco nuovo ti da la possibilità di andare in tour, e l'aspetto economico del tour è importantissimo. Quindi si, a livello economico andare in studio è ancora importante. Come scegliete le canzoni da proporre dal vivo? Come componete la setlist di un concerto? Noi abbiamo scritto circa 140 canzoni nella nostra carriera. Alcuni sono diventati dei classici, alcuni non hanno lasciato il segno. Hai due ore a sera, e questo vuole dire 22, 23 pezzi al massimo, e quando fai la scaletta di un concerto devi dare il giusto spazio ai brani nuovi, scegliendone 5, 6, 7 pezzi al massimo, anche a costo di sacrificare pezzi vecchi ai quali sei più affezionato. Ho letto le setlist dei vecchi concerti di questo tour, e trovo sia un peccato che siano sparite dalla scaletta Need To Believe, Unspoken Words e Shangri-la, tre delle mie canzoni preferite all'interno della vostra discografia. Come ti dicevo 'Firebirth' è un disco molto rock, ed abbiamo composto la scaletta più rock che potevamo per questo tour. Pensa che abbiamo tirato fuori dal cassetto pezzi molto rock come Fist In Your Face che non eseguivamo da tempo. Ho letto che fate anche "Tell Me". Adoro questa canzone, è delicatissima e molto emozionante. Si, eseguiamo "Fallin", "Heaven" e "Tell Me" in acustico a metà concerto. Sono tre canzoni che messe assieme spaccano davvero. Fate davvero un medley tra Hells Bells, Shoot To Thrill e Burn? No, è uno scherzo, una gag che facciamo per divertire il pubblico. Non le eseguiamo davvero. Facciamo finta di farle al posto di suonare Mountain Mama con Nick che finge di arrabbiarsi. Una gag, nulla più. Perchè in tutti questi anni non avete mai preso un tastierista fisso all'interno della band ma sempre turnisti? I Gotthard sono una famiglia, e fare entrare una persona in più nella famiglia è sempre problematico. Tutto qui. Come trovi la resa live dei pezzi di 'Firebirth'? Secondo me è ottima. Spaccano davvero. Secondo te qual'è la canzone più rappresentativa di ciò che sono oggi i Gotthard all'interno di Firebirth? Sicuramente "Give Me Real". E la tua preferita? "Give Me Real". Ma anche "Remember It's Me". Ma principalmente "Give Me Real". Perchè avete scelto ancora i Beatles, con "While My Guitar Gently Weeps", da coverizzare per la bonus track di 'Firebirth'? E' una canzone che piace un po' a tutta la band, e poi non era molto difficile da imparare. Ci abbiamo messo poco per realizzarla al meglio ed è venuta bene. Mi dici qualcosa a proposito del videoclip di Starlight? Lo trovo figo da morire! Lo abbiamo girato presso una fabbrica di cibo per cani abbandonata. Secondo me è venuto molto bene, ne siamo soddisfatti. Non ha alcun messaggio da dare, niente di profondo, è solo un video. Quest'anno cade il ventesimo anniversario della vostra prima release. Avete festeggiato in qualche modo questa ricorrenza? No, non ci abbiamo neppure pensato. Era più importante ritrovare l'assetto con un nuovo cantante ed instaurare feeling con lui. Non ci abbiamo neppure pensato alla cosa. Quali sono le tue principali influenze come batterista? Sicuramente Neil Peart, lui è il mio preferito, e poi Vinnie Colaiuta, che ho imparato ad amare quando sono andato a Los Angeles. Ti devo confessare che "One Life, One Soul" fatta con la cantante soprano per la raccolta di ballads 'One Life, One Soul' non mi piace per nulla, e neppure i miei amici la apprezzano. Tu che ne pensi? "One Life, One Soul" è una canzone molto importante per noi, perchè il pubblico la identifica con Steve, e per questo durante i concerti la dedichiamo a lui. I fans la amano profondamente, proprio perchè ricorda loro Steve, e credimi, molta gente piange di commozione quando la eseguiamo. La versione con la cantante soprano oggi lascia il tempo che trova; all'epoca ci sembrava una buona idea, ma oggi preferisco di gran lunga l'originale. Unconditional Faith è diventata la colonna sonora di un film. Questo fatto ti rende fiero? Beh, no, perchè il film non è stato un successo e non era neanche tanto bello. Questa cosa oggigiorno lascia un po' il tempo che trova. Rimane il videoclip della canzone, che è stato fatto assemblando scene di questo film (Max Schmeling, Eine Deutsche Legende, sulla vita dell'omonimo pugile, film mai arrivato in Italia) che è davvero bello. Quanto è stato importante per voi il passaggio alla Nuclear Blast? Per Noi è stato importantissimo questo cambio di label, perchè la Nuclear Blast ci ha aperto le porte di nuovi paesi dove andare ad esibirci, paesi dove non eravamo mai stati prima. Il concerto registrato per il live Homegrown è davvero il vostro concerto più bello in carriera? No, è stato definito così per pubblicizzare il disco alla sua uscita, ma non è il più bello in vent'anni di carriera. Abbiamo avuto moltissimi concerti ad altissimi livelli. È stata una serata magnifica quella, abbiamo suonato come matti ed abbiamo spaccato il culo a tutti, ma è stato un concerto come tanti altri. Come viene percepito nel mondo il vostro essere svizzeri? Beh, veniamo visti come una band esotica, ma nulla più. La musica è ciò che conta, non è da dove vieni. In Germania dicono “ah, gli svizzeri gli svizzeri”, ma non cambia nulla. Il rock n'roll è una lingua internazionale. E quanto del vostro essere svizzeri, della vostra cultura, del vostro folclore, vi portate in giro per il mondo? (Ride. ndr) Nulla, portiamo il salame, il formaggio ed il vino. E la voglia di suonare come dei matti. Per il resto nulla. Cosa mi dici dell'iniziativa “I Shine With Gotthard”? Era un concorso per giovani musicisti ideato da Joiz TV, una televisione che comincia a diventare abbastanza grande e famosa in Svizzera. Joiz TV è una specie di Mtv svizzera ed un giorno ci ha contattato e ci ha detto “dai, noi siamo svizzeri e voi siete svizzeri, facciamo qualcosa assieme per i giovani!”. L'iniziativa ha avuto un successo incredibile, non lo avrei mai pensato possibile. Si trattava di realizzare la miglior cover della nostra canzone Shine. È stato divertente vedere i risultati arrivati a Joiz TV. Cosa fai nella vita quando non sei in tour? Sto a casa (ride) Sono un tipo abbastanza tranquillo quando non sono in giro a suonare. Mi piace godermi il relax di casa mia e delle zone dove abito. Cosa ne pensi dell'attività attuale di Mandy Meyer negli Unisonic? Mandy ha suonato con noi ed adesso lui suona con un'altra band, nulla più. In SudAmerica noi abbiamo fatto da supporting act a loro e loro lo hanno fatto per noi in Europa. Tra i nostri due gruppi è stato grandioso, anche con Mandy dopo tutti questi anni duranti i quali non ci siamo più sentiti. Loro devono fare assolutamente un altro album perchè ora vivono solamente dei vecchi successi degli Helloween, ed il materiale che hanno con solo un disco sul mercato è poco per fare gli headliners, però il potenziale c'è. Hai mai pensato in questi venti anni “Basta, non ne posso più! Adesso smetto!”? No, perchè se lo avessi pensato lo avrei fatto davvero. Sono una persona molto istintiva, e se in tutti questi anni la motivazione e la convinzione fossero venute meno ti assicuro che avrei mollato. Per fortuna non ho mai avuto un momento che mi ha fatto pensare questo. In "More Than Live", un vostro vecchio DVD, parlando di te Chris Von Rorh ti definisce “The Little Drum Guru”, mentre Marc Lynn dice che sei talmente sincero e trasparente come carattere tanto che ascoltando quello che stai suonando si capisce a cosa stavi pensando quando l'hai composto. Ti piacciono queste definizioni? Sicuramente mi fanno piacere. Più quella di Marc, che dimostra di aver capito appieno che tipo di persona sono. Come vedi il futuro per i Gotthard? Io lo vedo bene. Secondo me arriveranno tantissimi altri traguardi importanti e nuove grandissime affermazioni personali per ognuno di noi. Cosa ne pensi dei media moderni, facebook, twitter, youtube, come mezzo per promuovere la musica? Sicuramente sono molto importanti. Io non sono molto appassionato, non ho facebook ne twitter, e qualcun altro nella band si occupa di questo nanche a nome mio, ma mi rendo conto che ciò sia essenziale per le band al giorno d'oggi. Tecnica, songwriting, produzione, distribuzione. Quale fattore rende un album un successo? Sicuramente le canzoni. Se hai un disco che si sente benissimo e distribuito in ogni parte del mondo, ma composto da brutte canzoni, i fans la prima volta li freghi, ma la seconda volta non ci cascano più. Ok, vuoi aggiungere qualcosa alla nostra chiaccherata prima di chiudere? Voglio ringraziare i fans italiani per il supporto che non ci hanno mai fatto mancare anche in momenti difficili. Superare la tragedia di Steve è stato difficile, ma è proprio grazie a fans come quelli italiani che ce l'abbiamo fatta. E grazie per aver accolto con così grande calore Nick; per noi era molto importante che ciò accadesse.

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