GOTTHARD
Ciao Hena! Ci puoi raccontare come può essere considerato questo nuovo “Domino Effect” rispetto a “Lipservice”? Hena: Come tutti i dischi dei Gotthard è diverso dagli altri, forse questa volta è un po’ più cattivo, più duro, con un suono moderno e con delle ballate, tre mid-tempo e un lento, e il resto è il nostro Hard Rock, bello deciso. Quindi è un po’ un ritorno alle vostre radici? Hena: E’ lo sviluppo di “Lispervice”, che probabilmente era più “back to the roots”. Non è facile da dire…dovresti sentirlo! E’ un disco che devi sentire più di una volta, perché ci sono tante piccole cose, tanti piccoli dettagli. Non è un disco semplice, anche il songwriting è più complesso del solito non è proprio che tu lo ascolti e dici “Ah, adesso arriva il bridge eccetera eccetera”… A chi è stata affidata la produzione di questo disco? Hena: E’ stato Leo (Leoni, chitarrista della band, ndr) e lo stesso team che ha prodotto “Lipservice”. Hai già idea di quale sarà il singolo di apertura che anticiperà questo “Domino Effect”? Hena: Penso che qua in Italia non venga pubblicato, sarà distribuito solo nelle radio e s’intitolerà “The Call”. Chi si è occupato dall’artwork del vostro nuovo disco? Hena: E’ stato il nostro caro amico Martin Häusler che si è occupato di più delle metà delle nostre copertine. Se tu la guardi bene (a questo punto Hena tira fuori il cellulare e ce la fa vedere, l’ha impostata come sfondo, ndr) è il nostro logo con il bottone verde che quando lo schiacci comincia il “Domino Effect”. Semplice ma diretta. Hena: Sì, è più semplice anche fare il merchandising così. Perché avete deciso di chiamarlo “Domino Effect”? Hena: Perché no? (Attimo di gelo poi ci mettiamo a ridere, ndr) Per me è una cosa semplice, è come una cosa che hai cominciato e non puoi più fermare, sai, se tu spingi il primo listello del domino il secondo cade e così via… Cosa ci puoi dire dei testi? Immagino riguardiano anche la situazione attuale del mondo. Hena: Si, esatto. Non in modo troppo cattivo o politico però parliamo delle cose che succedono nella vita come al solito. I nostri testi parlano delle esperienze che abbiamo vissuto e di quello che vivi. Ricordiamo infatti testi importanti come “Jane Is Not Alone”, improntato su tematiche sociali. Io penso che la forza dei Gotthard sia il modo semplice ma bellissimo di fare le cose… Hena: Semplice ma perfetto! Esattamente! Io nel tuo drumming non ho mai visto cose fuori dal comune ma non ho mai sentito un colpo fuori posto anche dal vivo, vi ho seguito anche in Svizzera. Hena: Non senti degli errori, io sono come un orologio svizzero no? Non mi piace fare tanti numeri, sai con le bacchette, lo posso fare…ma io sono un batterista che è qua per la musica, per le canzoni e per la band. Io posso farmi anche le seghe sulla batteria se voglio ma non avrebbe importanza! La semplicità è ogni tanto più difficile delle cose molto fuori di testa. Ci sarà un tour dopo la release del disco immagino, passerete anche qui in Italia? Hena: Si però adesso è un po’ presto per parlarne, iniziamo a fare il booking adesso dopo le registrazioni del disco. Abbiamo fatto il booklet, abbiamo fatto la foto session per questo cazzo di booklet e adesso dobbiamo fare la promozione. Tra un po’ inizieremo a pensare alla situazione live però torneremo di sicuro dove siamo passati con il tour di “Lipservice”, magari in posti più grandi e con qualche data in più. (Rimaniamo impressionati dall’ingresso nell’hotel di un tipo vestito come John Wayne e la discussione degenera per un attimo, ndr) Senti, ero tra coloro che hanno dato una mano nell'organizzazione del Tradate Iron Fest (parla Pierpaolo, ndr), che ricordi hai di quell’esperienza? Hena: E’ stato uno dei primi concerti che abbiamo fatto per “Lipservice” e per questo eravamo tutti un po’ sotto stress perché sai, dopo un po’ che suoni non c’è problema ma all’inizio sei sempre un po’ sotto pressione perché la tecnica e bla bla bla bla… ma il concerto è stato bello e abbiamo fatto una sessione di autografi che non finiva mai (Si ride un po’ ricordando l’evento, ndr) Siamo stati orgogliosi per tutti i fan dei Gotthard arrivati, appena abbiamo avuto la possibilità di portarvi in Italia l’abbiamo colta e per noi è stato un grande onore! Hena: Anche per noi era importante, sai, siamo così vicini! Infatti, pensa che prima di quella data ero dovuto venire a Lugano per vedervi durante il tour di “Human Zoo”, non c’era la possibilità di vedervi in Italia. Forse era una conseguenza del fatto che la BMG (La loro casa discografica prima della Nuclear Blast, ndr) vi proponeva solo in Svizzera? Hena: Beh, è per quello che abbiamo cambiato! E il rapporto con la Nuclear Blast? Come ti sembra? Hena: E’ molto meglio. Con loro vediamo che le porte si aprono finalmente… Siamo andati in Messico, Grecia, Spagna proprio una roba che non ti dico… Noi siamo rimasti soddisfatti perché qua da noi va bene, ma non si sa cosa succede di là (nel resto del mondo); non si vendono tanti dischi come in Svizzera, ma dal vivo abbiamo un seguito della madonna… andando in giro in Spagna la gente ci riconosceva per strada. Anche perché penso che rispetto a prima si vendevano tanti dischi ma adesso credo che la vera e propria fonte di guadagno siano i tour. Hena: Tra un po’ quando tutti i problemi di download saranno risolti ricomincerà il mercato buono, ci vorrà forse ancora due o tre anni prima che le cose cambino però. Pensi che sarà disponibile qualche versione particolare dell’album nuovo? Magari in digipack? Hena: Mmmm…..Sì, sì. Ci saranno delle special edition con delle bonus track in più ma non so darti altre informazioni perché non ho avuto tempo di seguire anche quello. Avevo già avuto occasione di parlare con Marc Lynn riguardo allo split con Andy Mayer ma volevo sapere il tuo punto di vista sulla sua dipartita. Hena: Lui voleva farsi i cazzi suoi! (Risate, ndr) Hai avuto modo di sentire l’ultimo disco dei Krokus? Hena: Una volta. Una volta e basta? Hena: Non perché non mi piace o perché sono loro, sono amici e con Mandy sto bene, abbiamo un bel rapporto. Con Tony, il bassista, avevo la mia prima band…il loro disco va bene però non è proprio il mio stile. Mandy con noi era sempre da parte. Io ho visto quello che Freddy (Scherer, chitarrista, ndr) ha portato negli ultimi anni ai Gotthard e devo dire che è dieci volte di più che quello che ha fatto Mandy con noi in sette anni. Questa scelta di produrre un album dal sound più moderno è relativa anche alla volontà di voler ampliare gli orizzonti del vostro pubblico o è una semplice voglia di cercare qualcosa di diverso? Hena: Sai, abbiamo saputo di dover fare un disco ed abbiamo cominciato. Non avevamo un'idea, un'anteprima di quello che sarebbe uscito fuori o di come doveva suonare…è successo! E dopo il nostro produttore ha sviluppato i nostri suoni. Adesso abbiamo proprio un suono della madonna! Ve lo dico io! Ci sono pezzi molto duri ma è anche melodico…in stile Gotthard. Un complimento per la copertina di “Made In Switzerland” ve lo dobbiamo proprio fare! (Risate,ndr) Assolutamente miglior copertina dell’anno nella Poll dell’anno scorso! (Risate, ndr) Ma parliamo d’altro…c’è qualche aspetto particolare del tour appena concluso che vorresti raccontarci? Hena: Di “Lipservice” o di “Made In Switerzland”? Di “Made In Switerzland”… Hena: Beh si, bene o male è la stessa cosa! Un esempio c’è, però non è così bello! Siamo stati in Ungheria a suonare in un club abbastanza grande, da mille persone, sopra una barca! Sopra c’era un ristorante molto elegante e sotto questo club rock. Abbiamo cominciato a suonare, tutti molto soddisfatti, ma ad un certo punto vedo Marc che butta il basso per terra va davanti al pubblico e fa Stage Diving (Hena accompagna la scena mimando il tuffo con tanto di fischio tipo missile, muoriamo dal ridere, ndr) Mark poi che è la persona più tranquilla! Hena: Però non ci siamo accorti che con la mano a pugno ha picchiato un tipo del pubblico! (Risate a profusione, ndr) Non avevamo visto che quel tipo per tutto il concerto rompeva i coglioni a Marc! Perché tutte le volte che andava al microfono a cantare i cori questo gli picchiava con la mano l’asta e gli andava a sbattere addosso, sempre così! E lui s’è incazzato ma il tipo è andato avanti avanti…e dopo il Marc è flippato è andato giù e… (mima con le mani una gran serie di pugni, ndr) Eh, con noi non si scherza eh! Come è giusto che sia! (Cerchiamo di riprenderci dalle risate, ndr) Invece c’è qualche posto in particolare nel quale vorreste suonare dal vivo? Hena: Madison Square Garden! Scusa eh… Giusto un posticino… Hena: Però ci sono dei posti dove suono ancora volentieri, come a Porto. Non ho mai visto un club così bello in vita mia. Un locale da millecinquecento persone, neanche troppo grande, ma fatto in modo tutto particolare con un impianto fatto proprio per i concerti…un locale della madonna! Abbiamo visto tanti, tanti bei posti nell’ultimo tour. Una domanda da batterista, che tipo di suoni hai scelto per quest’album? Suoni più secchi o… Hena: Ho usato la mia linea di piatti, un po’ più grandi forse, 22” il crash al posto del 20”. Il resto più o meno…la cassa è un po’ più profonda, picchia di più! Però il rullante ha sempre il mio suono, ci sono giusto due o tre canzoni dove abbiamo un suono un po’ più AC/DC, più secco. Io credo che nell’Hard Rock il suono secco di batteria faccia perdere un po’ d’impatto. Hena: Se c’è troppo riverbero non mi piace. Una giusta via di mezzo allora. Hena: Abbiamo un suono che fa paura, è proprio il mio suono! Se tu senti i Van Halen, senti subito che il batterista è lui.. io ho il mio suono, forse da fuori non si sente proprio così distintamente ma è il mio… Io ho una predilezione naturale per il sound di batteria di “G” Hena: Va in questa direzione diciamo. Tra “Lipservice” e “G”. Tra le uscite del panorama Hard Rock attuale quali uscite ti sono piaciute di più? Hena: Hard Rock? Si, di recente… Hena: Io non sento Hard Rock! Che musica ti piace? Hena: Tante cose, quasi mai Hard Rock. Guardo Mtv, sento la radio o tramite internet. Per farti un esempio l’ultima cosa che ho comprato è il DVD dei Rammstein, ed è molto bello! Ma andare a cercare qualcosa di nuovo nell’Hard Rock, no. Vado più per le canzoni, se una canzone mi piace m’informo e basta… E la canzone che di recente ti ha colpito in particolare? Hena: (Silenzio imbarazzante con risate annesse, poi il drummer spara un titolo assolutamente incomprensibile, ndr) Questo negli ultimi due o tre giorni, l’ho sentito e ho detto: “ah, non è male!”. Io sento tutto, non sono un metallaro…non lo sono mai stato! Un ultima domanda sull’album, il principale compositore qual è stato? Hena: Tutti uguali, come su “Lipservice”. Abbiamo due svedesi che hanno lavorato un po’ con noi ma ognuno di noi ha la sua responsabilità e i suoi suggerimenti quando registriamo. E se dovessi fare il promoter e dovessi consigliare l’acquisto del vostro nuovo cd, cosa diresti? Hena: E’ un disco che spacca i coglioni! (Risate, ndr) Una frase semplice ma diretta, alla Hena Habegger! Hena: Io suono come sono fatto!
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