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TESSERACT

Lunedi sera 13 gennaio, giorno infame perché coincide con l’inizio della settimana lavorativa, tra l’altro una delle serate più fredde che hanno caratterizzato l’inverno a due facce della capitale. Se consideriamo che il prezzo del biglietto era alquanto elevato ed a giudicare dalle persone che avevano aderito sull’evento facebook, non ci aspettavamo un pubblico numeroso. Invece l’affluenza è stata importante, l’arena sottopalco era piena, segno che la band inglese ha raggiunto uno status importante, capace di riempire club di medio/grandi dimensioni, all’alba dei quasi quattro lustri di carriera e sette album sulla lunga distanza nel proprio repertorio. Chiediamo venia alle band spalla che non troveranno copertura in questo live report, ma impegni contingenti ed un contrattempo ci hanno impedito di presenziare. Arriviamo giusto in tempo per assistere al magniloquente intro, complice il fumo generato artificialmente caratterizzerà tutto il set lasciando i componenti della band avvolti dalle ombre. Ciò che ha colpito immediatamente l’occhio è stata la capacità del frontman di calamitare l’attenzione del pubblico; dotato di una mimica e movenze magnetiche perfettamente integrate nei vari passaggi melodici, progressivi e fratturati del sound degli albionici; con molta probabilità la performance è studiata a tavolino tramite dei corsi di mimica teatrale ed atletici, come il triplo salto carpiato con cui ci ha lasciato a bocca aperta nel finale del set. I britannici hanno alternato brani più melodici e dalla struttura progressiva con altri tratti dall’ultimo lavoro “War Of Being” targato 2023 con il quale si sono avvicinati al sound sincopato dei Meshuggah (quelli che abbiamo apprezzato maggiormente).

Dotati di una tecnica eccelsa, sono maestri nel creare il songwriting perfetto; non abbiamo potuto fare a meno di notare che a volte i brani sembrano mancare di anima (“Sacrifice” e “Tender” sono un po' troppo atmosferiche e lente rispetto a brani più rodati come “Dystopia”, “Concealing Fate Pt 2 e 3” che avrebbero contribuito a mantenere alta l'intensità del set), o di quelle parti catchy che i Linkin Park (formazione che i Tesseract richiamano nel sound) hanno sempre saputo donare ai loro pezzi. E' giusto avere momenti più riflessivi (infatti “The Arrow”, anche se lenta, è magnifica ed epica), ma i due brani di cui sopra sono stati inseriti in scaletta a scapito di tracce migliori, proprio perchè più recenti, e quelle non eseguite sono tra le migliori della loro discografia; non suonarle è un peccato mortale. Amplificazione, acustica e volumi perfetti, che fortunatamente non ci hanno fatto uscire col mal di testa o con le orecchie ronzanti, ed il pubblico ancora bramoso di avere qualche ulteriore bis che purtroppo la band non ha concesso. Notevoli.

Setlist:
Natural Disaster
Echoes
Of Mind - Nocturne
Tender
Sacrifice
King
Smile
The Arrow
Legion
War Of Being
Juno
Bis:
Concealing Fate, Part 1: Acceptance

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