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SILVER : Silver

Sunset boulevard sez

Spiagge bianche, le onde che lentamente accarezzano la battigia mentre il sole tramonta e s'immerge nel mare a vista d'occhio sconfinato. Qualcuno ancora passeggia lungo la riva. L'aria si è fatta tersa, il cielo striato di colori caldi ed avvolgenti. Alte palme proiettano le loro lunghe ombre sulle strade dorate del giorno che sta per finire. Tra un cocktail e l'altro ti vedi seduto al tavolo di un bar, mentre la radio trasmette melodie sognanti che da tempo non ascoltavi, e ritrovi te stesso, quello che sei stato e quello che sei adesso nelle note di...Sunset Boulevard, la nuova rubrica di Hardsounds interamente (o quasi) dedicata alle sonorità West Coast. Pronti a viaggiare?!?

Da sempre una band country si è rilevata essere una combinazione di più anime compositive, talvolta vocali, che a turno emergono e si distinguono per propria intensità, concorrendo unitamente ad arricchire una composizione musicale. Gli americani Silver (1976-78) sono una combinazione country, ma molto lineare, dai cori asciutti! Non fanno uso di strumenti a corde o fiati particolari; creano semplici melodie dal sapore popolare, arrangiate da più chitarre e soprattutto da combinazioni di tasti, o meglio di note Hammond B3 (probabilmente con altoparlanti Leslie) che conferiscono un caldo sapore “retrò”. Attenzione però, trattasi di un sapore altalenante: tra il beat degli anni ’60 inglese e il sound west coast proprio della loro terra di origine. Il tutto è sicuramente giustificato dalla presenza di un produttore ed arrangiatore quale Tom Sellers, strumentista nativo americano, artefice nel 1970 di una mini-opera rock ‘The Assembled Multitude’, realizzata in collaborazione con Pete Townshend, chitarrista britannico degli Who ed il cantautore americano Tim Moore (Gullivar band), musicisti colonna vertebrale del soul di Philadelphia degli anni ’60-’70.

A me questo disco sconosciuto (e unico loro progetto) è capitato in un momento in cui si chiudeva l’anno (2021) e si apriva l’anno nuovo (2022), in un momento in cui, ancora una volta ho scelto la musica, tra la solitudine che ha portato il covid e la solitudine giunta per altro, e l'album ha “veramente impreziosito” il mio tempo! La traccia "Wham Bam" che li ha portati in classifica Billboard (simil The Hollies) non è la più bella (assolutamente), e probabilmente anche la scelta dei singoli non è stata di certo la più accattivante: "Musician (Not An Easy Life)" è da brividi, voce quasi a cappella di Brend Mydland (tastierista dei Grateful Dead) su Hammond, ma va servita come dolce, non come prima traccia di un gruppo che si presenta in copertina invecchiata con aria sorridente, capello lungo, barba e baffo da pacifista. L’apripista avrebbe dovuto essere la gioiosa “All I Wanna Do”, una perfetta fusione tra ballata folk e sonorità da beatlemania. Sfumatura britannica che caratterizza anche la calda “Memory” e la bellissima “Climbing” che si sviluppa come il processo di una fioritura, a strati, tra arpeggi, scale dalle sei corde, cori e si apre in sonorità da organo, dissonanti e melodiche al tempo stesso. Ma il top i Silver lo raggiungono con “No Wonder” e “Trust In Somebody” con il gusto vocale del chitarrista Greg Collier, una voce coesa con l’armonia west coast, dal gusto Firefall/Eagles/Poco e scusate se è poco. Io ho trovato un’edizione francese del 2000 di questo album, potreste andare alla ricerca della versione UK del 2016!

P 1976 Magic Records

Tracklist:
01. Musician (Not An Easy Life) (EP)
02. All I Wanna Do
03. Memory (EP)
04. No Wonder
05. Trust In Somebody
06. It’s Gonna Be Alright
07. Climbing
08. Wham Bam (EP)
09. Right On Time
10. Goodbye, So Long
 
Line-up:
Tom Leadon: Bass, Vocals
Brent Mydland: Keyboards, Vocals
John Batdorf: Guitar, Vocals
Greg Collier: Guitar, Vocals
Harry Stinson: Drums, Vocals
 
Credits:
Produced and Arranged: Tom Sellers and Silver
Orchestral Arrangements: Tom Sellers and Clive Davis
Vice Producer: John “Maverick” Simmons
Enginneer/Production Assistant: Joe “Skeedorie” Sidore
Album Coordination: Martha Sellers
Cover Design: Philip Hartmann

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