DIAMOND HEAD: Lightining To The Nations 2020
Sono stati incisi tanti grandi dischi, innumerevoli top album, lavori che indiscutibilmente hanno fatto la storia e/o influenzato le generazioni successive che hanno ricevuto entusiastiche, ma quanto classiche recensioni. Considerato che si tratta dei "biggest records", (biggest perchè "grande" in tutti i sensi), abbiamo pensato bene di dare loro la giusta visibilità e la dovuta dimensione con speciali che provano a scavare in fondo fin dentro le viscere dei contenuti degli album.
Nella vita si merita sempre una seconda chance. Ma non vale sempre in musica. Eppure ‘Lightning To The Nations’ dovrebbe meritarsi un’altra possibilità, ed è quello che hanno pensato i Diamond Head. La nuova versione datata 2020 si rilancia con un suono svecchiato (l’anno di pubblicazione risale al 1979), nelle intenzioni fedele all’edizione nota, suonato con tanta grinta e quell’attitudine da ‘losers’ di culto che ha sempre contraddistinto e limitato lo storico gruppo inglese. C’è chi storcerà il naso a riascoltare alcuni di questi super classiconi della NWOBHM svuotati dalla carica istintiva, e da quella urgenza giovanile, che ha folgorato una generazione, tra cui un inerbe Lars Ulrich, che trascinerà i suoi amici James Hetfield e Dave Mustaine alla scoperta dei Diamond Head e di tutta l’avanguardia musicale inglese del periodo. Non si coglie quello spirito antico oramai svanito ma Brian Tatler (unico membro rimasto, nonché leader storico) ha saputo riprodurre il tiro impressionante che avevano in dote i ‘vecchi’ Diamond Head. Sette classici rivestiti sotto nuova luce, un gesto doveroso anche solo per ridare smalto a ‘Lightning To The Nations’, un esordio pazzesco che non raccolse quanto avrebbe meritato: la rivista giapponese Burrn! classificò l'album al terzo posto tra gli album con i migliori riff di sempre! Ne sanno qualcosa i Metallica che ne hanno da sempre tessuto le lodi, attingendone a mani basse ("The Prince", "Am I Evil?", "It’s Electric" ed "Helpless"), contribuendo in modo determinante a tenere a galla nella memoria di tutti il nome dei Diamond Head: una band dalla personalità strabordante. Questa versione si arricchisce dei rifacimenti di quattro classici dell’hard & heavy mondiale: "Immigrant Song" (Led Zeppelin), "Sinner" (Judas Priest) e "Rat Bat Blue" (Deep Purple). Citazione a parte per gli amici Metallica: scelta ricaduta su "No Remorse", quasi un’autocitazione visto il notevole riferimento da parte del gruppo di Frisco nei confronti dei Diamond Head.
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