WEST, JOHN: LONG TIME... NO SING
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21/06/2006Intro. Atmosfera. Attesa. Discreto stupore. John West lo sappiamo un po' tutti chi è (diavolo, io non ascolto i Royal Hunt e lo so chi è, non credo siano poi in tanti a non saperlo). Comunque, per chi non lo sapesse, è il cantante dei Prog metallers Royal Hunt ed Artension. Diciamo Prog per semplificare, perchè in effetti, a voler ben vedere, le sonorità con cui è abituato a lavorare questo "tizio qualunque" sono quanto di più pomposo, sinfonico, eccetera eccetera si possa trovare sul mercato. Discreto stupore quindi, nel constatare che il suo "Long Time... No Sing" è fondamentalmente un disco di Hard Rock Melodico. Ed in effetti l'effetto stupore è anche maggiore, considerato che questo genere non è certo quello per cui più sono noti due dei musicisti che suonano con lui su questo disco, ossia Caffery e Plate dei Savatage. Stupore a parte, il disco non si rivela un ascolto sgradevole: i pezzi sono quantomeno orecchiabili, alcuni (ad esempio "Set Me Free") anche troppo, in un certo qual senso. Nulla di sensazionale, a voler ben vedere, ma comunque si tratta di undici pezzi (intro escludo) in grado di esaltare in maniera appropriata le capacità canore di West. Certo, "Give Me A Sign" è praticamente un pezzo pop, e questo non aiuta a digerire facilmente l'album, ma pezzi più elaborati ed in qualche modo più incisivi sono presenti a mantenere l'ascolto su un livello di quanto meno piena sufficienza: come esempi di questo, si segnalano la lenta "Highway To Roppongi", pezzo molto meno intuitivo di quanto potrebbe apparire ad un ascolto superficiale, e la successiva "Over My Head", brano dalla discreta carica su cui Caffery e Plate possono "picchiare" un po' di più. Mi sa un po' di Red Hot Chilli Peppers in alcuni passaggi, ma non è male ("The One That Got Away", dal canto suo, fa molto Kiss ultimo periodo). Nel complesso l'impressione è che, se West riesce su questo disco a dare una discreta dimostrazione delle sue capacità canore, non riesce tuttavia a convincere del tutto: manca, come spesso purtroppo capita, "quel certo non so che".
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