VICTORY: INSTINCT
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12/12/2003I Victory ci avevano lasciato con una cospicua eredità, soprattutto con “Culture Killed The Native”, un grandissimo e tostissimo disco di hard rock melodico, e con il successivo ed altrettanto entusiasmante “Temple Of Gold”, entrambi aggraziati dalla prestazione vocale di Fernando Garcia (in organico dal 1989), abbandonando però le scene con un ultimo album, “Voiceprint”, assolutamente non all’altezza di un passato dorato. Dopo sette anni Tommy Newton ha rimesso su la band originale richiamando dietro al microfono, addirittura, Charlie Huhn, che era l’ugola degli esordi, il quale lasciò la band per entrare negli storici Humble Pie che gli offrirono un bel po’ di soldi. Questo fino al 1999. Oggi Charlie è un membro effettivo dei leggendari Foghat, sostituisce Lonesome Dave, il leader della band passato a miglior vita a causa di un male incurabile. “Istinct” ci restituisce una band in forma smagliante, determinatissima, come se il tempo non fosse mai trascorso. Come se il tempo avesse covato le idee e custodito, soprattutto, la voglia di suonare appassionata come nel passato non molto lontano. Le caratteristiche sono quelle della band agli albori, ossia un hard n’n heavy diretto, più mirato verso l’essenza del rock duro piuttosto che verso la melodia, e condito con una verve giochereccia e scanzonata che chiama in causa, a volte, lo street rock tipico degli ’80 (ascoltare “Another Notch In The Bedpost”). Ma a farla da padrone è soprattutto la varietà delle composizioni. “Enemy”, ad esempio, sorprende per il tono drammatico, cadenzata come potrebbe essere una marcia pro dolore, mentre “Song Of Victory” sbuca fuori direttamente dalle radici, settantiano mid-tempo in cui Huhn riesce a reggere il confronto con le icone dell’epoca, e “Nomands Of The Night”che sembra ripescata dalle session di “Don’t Get Mad – Get Even”, up-tempo con la coppia Newton/Frank(quest’ultimo anche ex Accpet) che macina riff come un trivella alla ricerca di combustibile. Un gradito ritorno, insomma, che farà felice i vecchi rocker e magari anche qualche giovinastro curioso che non si cruccia degli stili ma solo della Musica.
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