VERSAILLES: Holy Grail
data
22/06/2011Terza fatica per i paladini del visual kei nipponico, fatica che segna anche l'esordio su disco di Masashi il quale ha sostituito qual funambolo di tecnica prematuramente scomparso di Jasmine You. Naturalmente, la proposta non di distacca eccessivamente dai lavori precedenti, il loro neo-classico metal sinfonico si impone glorioso fondendosi nella voce nasale di Kamijo, e nei suoi testi prettamente recitati nell'idioma del Sol Levante. L'uno-due rifilato in apertura con le tirate "Masquerade" e "Philia" è da urlo, a tratti siamo vicini agli Helloween dei tempi d'oro negli assoli, mentre la complessità dei brani viene smorzata dalle strofe colme di melodia. "Remember Forever" non raggiunge la bellezza e la maestosità di "Serenade" del predecessore 'Jubilee', ma risulta più hard rock che sinfonica aprendo ad un inciso splendido che si ripete discreto nei sei minuti di durata del brano. La ballata "Love Will Born", purtroppo, è paradossalmente rovinata da un'orrenda pronuncia inglese di Kamijo, raramente si è ascoltato qualcosa di più incomprensibile, meglio il giapponese! Come i precedenti lavori il tutto è magnifico come produzione, tecnica, maestosità e pomposità dei pezzi, forse eccessivo in quanto alla fine l'ascoltatore è portato ad annoiarsi durante l'ascolto, i brani contengono per esempio due minuti da urlo sui sei di media, quindi la formula vincente sarebbe meno brani, certamente più concentrati nella loro durata e, magari per un'ipotesi di esportazione, un cantante di lingua madre inglese.
Commenti