VANDEN PLAS: Chronicles Of The Immortals: Netherworld II
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18/04/2016Nel 2014 prende forma un nuovo capitolo della carriera dei tedeschi Vanden Plas, ‘Chronicles Of The immortals’, che ha come protagonista il leggendario cavaliere di epoca medievale Andrej Delany, partorito dalla penna di Wolfgang Hohlbein. 'Netherworld I' ha rappresentato la prima parte del concept, che si struttura come un power-progressive che lascia molto spazio alla melodia e all'atmosfera, creando parti aggressive in determinate circostanze di alcuni brani con un raffinato gusto in chiave progressive metal, alternandola con la suadente epicità creata soprattutto dalla voce di Kuntz, dalle tastiere di Werno e dagli ingressi quando della voce femminile, quando dei cori sinfonici. Disco più riflessivo rispetto ai precedenti. A distanza di un anno, e sempre per la Frontiers Records, etichetta leader nelle proposte musicali dalla grande scioltezza d'ascolto, ecco affiorare la seconda parte delle avventure dell’immortale Andrej Delany che si struttura su una base molto orecchiabile e di non difficile presa, sfociando anche in territori AOR, grazie a melodie pulite e sempre a posto, ed alla voce di Kuntz in bella mostra. Queste creazioni di facile ascolto vengono poi assimilate dagli inserti puntuali in salsa progressive tipici dei Vanden Plas, mai invasivi e ridondanti al contrario di altre band del settore, come ad esempio gli attuali Dream Theater. Creano in punti precisi dei virtuosismi musicali mai fini a sé stessi, ma che si incastonano bene nell’intero racconto, interpretando le vicissitudini più ficcanti della storia. Questo frangente è ben evidenziato in brani come “Stone Roses” e “Where Have The Children Gone”, dove tutte le caratteristiche più importanti dei Vanden Plas vengono fuori in tutta la loro autorità. Cambi di stile e di atmosfere li troviamo poi nella suite “Blood Of Eden”, brano molto articolato che si dimostra pacato ed emozionale nelle parti con solo voce, tastiera ed accenni di batteria, ma che si presenta avvincente quando si preme l’acceleratore raggiungendo le radure progressive-metal. Una delle poche pecche la si può forse ritrovare nel brano “Diabolica Comedia”, che di per sé è anche un brano interessante con quei suoi inseriti pianistici e nella struttura un po’ retrò, ma che all’interno delle ‘Chronicles Of The Immortals’ sembra non calzare molto a pennello. Nel complesso, è un album composto da tracce dalla durata media consistente, in cui tutti i componenti fanno il loro proprio dovere senza particolari sbavature o particolari inutili eccessi. Rispetto al capitolo precedente, l’inserimento di voci femminili è molto più marginale, lasciando invece spazio alle melodie della band ed all’apporto del suo leader. L’ugola di Andy Kuntz non avrà magari la stessa potenza ed estensione di certi suoi conterranei, primo fra tutti Michael Kiske, ma mantiene sempre una sua personalità che si allinea decentemente e saggiamente sulle melodie della band. Sicuramente non sarà un capolavoro nel campo dei concept di genere power-progressive, non siamo di fronte ad autentici maestri come Arjen Anthony Lucassen che con la sua creatura Ayreon ha scritto pagine indelebili della musica di genere. Ma è pur sempre un bel sentire per le nostre orecchie, che mostra le qualità musicali della band che, negli anni passati e in quelli più recenti, è stata raramente messa in discussione, e che molto probabilmente coincide con una nuova pagina importante della carriera della band.
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