UFO: YOU ARE HERE
data
23/04/2004Affrontare una recensione di un gruppo storico come gli Ufo ormai in giro da 34 anni, stilare gli split e gli ingressi di membri dal nome roboante, le reunion, i litigi e le ripicche, i progetti ed i dischi solisti e, principalmente, riconoscerne i meriti e le meraviglie musicali, è compito spesso arduo. Si è sempre in bilico tra il volere tesserne le lodi per il fruttuoso passato, lasciare navigare le recenti uscite in balia di quel decantato ed immortale fasto senza giudicarlo per quanto realmente vale(nel bene e nel male), ed il perdersi nelle trame fitte della biografia per far conoscere alle generazioni più giovani quello che per difetto anagrafico potrebbero non sapere. E sugli Ufo ce ne sarebbero di aneddoti, curiosità, isteria e tanti, tanti dischi di cui disquisire. Ma rimandiamo alle nascenti rubriche di Hardsounds una cronostoria più dettagliata della band inglese, e provo a redigere, spero con imparzialità, di come si presenta il nuovo lavoro. Veniamo, quindi, a questo "You Are Here". Dopo il buono ma non eccezionale "Sharks", la coppia Way-Mogg si ritrova ancora una volta senza il lunatico Schenker, rimpiazzato da un super guitar-hero: Vinnie Moore. Le coordinate non si spostano di un passo rispetto a quelle che hanno fatto, a ragione, la fortuna del combo britannico. Ossia, hard rock forgiato in tutte le sue varianti, da quello cromato e cristallino al rock'n'roll più grezzo; dalle rifiniture boogie e bluesy alle incursioni verso territori più melodici e di pronta assimilazione. Ed in più, virgola di novità (quasi)assoluta, il tasso iper-tecnico di Moore, il quale, intendiamoci, non stravolge i brani con scale ultra-fotoniche, ma mette al loro servizio quanto di mirabolante ci sia nella suo modo di plettrare(vedi assoli). La voce di Mogg è, come sempre, perfetta, regale, distinguibile tra mille altre. Ha certamente, meno potenza di un tempo, ma la sua impostazione di base non è mai stata, in fin dei conti, incentrata sull'aggressività. Cosi, ogni singolo brano diventa pane per la sua ugola elegante e versatile. Ascoltatelo nella elettro-acustica "Sleeping Away" mentre ricama ottave con fili di seta: mito! Tirando le somme, "Are You Here" è un un disco degli Ufo targato 2004, colmo di classe e di finezza compositiva dal retrogusto antico con qualche piccolo calo(vedi la troppo ingenua "Call Me"). Nessuna nostalgia, i nostri guardano avanti senza per forza di cose sventrare il pentagramma per apparire attuali. E' la loro musica, è il loro territorio, e lo difendono con energia ed impegno.
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