THE POODLES: Performocracy
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14/04/2011Quarta fatica per la band svedese dopo tre ottimi album. Qui si incomincia ad accusare un momento di stanchezza, pochezza di idee e ripetitività. Già dall'abbandono di Pontus Norgren nel 2008, accasatosi negli Hammerfall, il gruppo aveva perso molto; il suo sostituto Henrik Bergqvist non è mai stato all'altezza sia come tecnica, sia come composizioni. Il problema di questo 'Performocracy' è che sa tutto già sentito, di rigirare attorno ai brani più azzeccati e cercare di replicare all'infinito la stessa formula non paga per nulla, anzi stanca. Certo non è tutto da buttare. Ci sono momenti eccellenti come la veloce "Father To A Son", oppure il singolo "Cuts Like A Knife", per proseguire con l'ottimo inciso di "Bring Back The Night", ma abbiamo anche parti banali e ben poco ispirate come "I Believe In You", oppure l'insapore ballad "As Time Is Passing", nel mezzo troppe canzoni senza anima. Si cerca pure di fare il verso a Bono in "Love Is All" con mediocri risultati, idem in brani come "Action" dove si cerca invano di fare i cattivi. In pratica, troppo pochi sono i brani eccellenti, troppi sembrano gli scarti di lavori precedenti, forse quattro album in cinque anni sono eccessivi, forse una pausa sarebbe stata più rigeneratrice e salutare. Rimangono comunque una gran bella band che deve solamente ricaricare le pile.
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