THE MONOLITH DEATHCULT: THE WHITE CREMATORIUM 2.0
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01/04/2010Arriva dall'Olanda questo interessante progetto un tempo noto come Monolith. Chiariamolo fin dall'inizio: questo album almtro non è che il rifacimento di un lavoro risalente al 2005, al momento in cui, cioè, i ragazzi proponevano un genere assai affine ai vari Nile e Deeds Of Flesh, cioè un death tecnico dalle velleità brutali, con qualche interessante momento melodico ("The Haunted Ravines Of Babi Yar") ed episodi monolitici e intrisi di disperazione come la title track. Ma il senso di questo remake non è la semplice riproposizione del brano, piuttosto l'aggiunta della componente elettronica: tastieroni, samples, voci digitalizzate in certi brani e addirittura una bonus track industrial ("Kindertodestanz") che sembra uscita da un album dei KMFDM. In questa sede l'aggiunta di tastiere non è mirata all'infarcimento della solistica ma alla creazione di momenti intensamente atmosferici, una vera e propria ambience che riesce a sposarsi perfettamente con la brutalità statunitense della band olandese. Piuttosto che parlare della ricercatezza degli accostamenti, di quanto siano azzeccati i suoni, la produzione e tutto il resto, di quanto siano ben dosate le tastiere, consigliamo un riascolto (o un ascolto, per chi non lo avesse fatto) della versione 1.0 dell'album, in modo da poterne comprendere a pieno i cambiamenti. Ci sentiamo di consigliare questo disco, che è un vero e proprio esperimento, certamente non paragonabile a quello di act come Phantasmagory, ma di indubbio fascino.
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