THE LOTUS: Forgotten Silence
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10/11/2010Cosa si prova a catturare una pepita d’oro trattenuta nel setaccio in mezzo a tanta pietraglia di scarso valore? Quale sensazione offre lo scoprire un bel mucchio di soldi, grattando la superfice argentata di un cartoncino colorato? Forse qualcosa di simile all’aver infilato uno dei tanti promo nel lettore cd ed aver scoperto che "uno dei tanti" proprio non è. Questo per dirvi che sono inciampato nell’esordio autoprodotto degli italianissimi The Lotus e non sono ancora riemerso dal vortice di emozioni che impregnano questo bellissimo album. Ora toccherebbe parlare di "etichette", "definizioni di genere" atte ad incasellare un forziere ricolmo di malinconia, un pettine che liscia a fondo le contraddizioni, le crisi esistenziali, che scava nell’anima per individuarne i nodi, ma sarebbe davvero fare un torto ad un pezzo d’alta classe come 'Forgotten Silence'. Esaltato da una buona produzione che mette in risalto il talento, e soprattutto il gusto dei cinque musicisti, il platter si apre alle più svariate sonorità che nel loro insieme posso essere "incasellabili" come crossover/alternative rock. Abbiamo dei funambolici (e drammatici) giri di piano che sono spinti da una tagliente sezione ritmica ora progressive, ora semplicemente rock/pop, ora metal. Ma anche il decadentismo dei vocalizzi di tracce come "Forty-Eight" che, coadiuvati da un eccellente lavoro di arrangiamento al piano e alle tastiere, vi spaccheranno il cuore. Come se non bastasse il gruppo tira fuori dal cilindro una song come "I Will Come To Tou", possibile crocicchio tra una b-side del seminale 'Dark Side Of The Moon' e un lento dei Faith No More. C'è l'elettronica ottantiana, il mood di certe tracce a la Muse, echi di dark e di grunge e potrei proseguire. Sarebbe da applaudirli durante l’ascolto, ma rischieremmo di perderci qualche passaggio. Potrei tirarla per le lunghe tracciando un percorso di parole volto a mettere a fuoco emozioni così pure e dirette, come quelle qui raccolte, ma ugualmente sarebbe limitante. La mia gioia personale è il sapere che, mentre vi scrivo, il demo dell’anno ha finalmente trovato una casa, un’etichetta che ha capito quel che ho compreso anch’io; parlo della Casket/Copro Records. A breve avrete la possibilità di ammirare gli acquarelli musicali dipinti da Rox, Luca, Davor, Kristal e Marco, senza doverli rincorrere ai concerti per ottenerli e, forse, vi ricorderete qualcosa del mio maldestro tentativo di raccontarvi 'Forgotten Silence'.
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