THE BUTTERFLY EFFECT: FINAL CONVERSATION OF KINGS
data
11/07/2009In continua evoluzione ed in ritardo di un anno rispetto all'uscita ufficiale in patria, Australia, il nuovo lavoro, il terzo, dei The Butterfly Effect esce anche nel vecchio continente e ci mostra una band in assoluta forma. Ispirata e dal gusto melodico davvero soprendente. Dopo gli esordi alternative, le coordinate stilistiche si spostano notevolmente ed approcciano quelle del post-rock e del progressive, senza mai rinnegare però lo spirito più hard ed alternative come nel finale di disco quando i suoni si fanno più crudi e l'eco dei Nickelback è pressante. "Final Conversation Of Kings" è un lavoro eccelso che punta tutto sull'immediatezza e sul tiro dei brani, in larga parte vincente ed accattivante, ma disperato e malinconico. In parte possiede anche un forte appeal commerciale che potrebbe garantire al gruppo più di un passaggio sui canali meno specializzati e più generalisti. L'iniziale "Worlds On Fire" e "The Way" sono il chiaro segno di riconoscimento della band dove il sound diventa vero e proprio marchio di fabbrica, e l'intensità raggiunge, probabilmente, le vette espressive più alte. Non mancano momenti sospirati e riflessivi, ma subito la tensione emotiva si vitaminizza con "In These Hands", brano dal riffing tagliente e diretto che lascia poco spazio all'immaginazione: hard rock allo stato brado. In fin dei conti, di pari passo con la capacità innata di sapere come coinvolgere, è la voglia di sperimentare che emerge sul resto regalandoci un disco vario e mai sfilacciato, sempre legato da un'atmosfera di delicata sofferenza anche quando i momenti si distinguono per attitudine e stile. "Final Conversation Of Kings" è quindi un disco di spessore in grado di garantire lunghe sedute all'insegna del rock più ricercato e passionalmente sfrontato.
Commenti