STRIKER: UltraPower

Dal titolo si evince la piega che ha voluto prendere il gruppo canadese. Hanno spinto sull’acceleratore per realizzare un album dai suoni fragorosi, fortificato da ritmiche squadrate e cori ad esplosione nucleare. Gli Striker sono una gran bella metal band, in giro da quasi 15 anni arrivati al settimo gettone discografico, sicuramente tra le migliori se non la migliore tra le ultime leve. I loro dischi non mentono, hanno raccolto l’eredità dei vari Vicious Rumors, Armored Saint e Metal Church, scodellando bellissimi album di classico metal americano grazie, cosa non da poco, ad un talento musicale superiore alla norma. ‘Ultra Power’ da questo punto di vista non tradisce di certo le attese, ma è come se abbiano scientemente voluto spogliarsi dall’aurea seriosa delle metal band, presentandosi in maniera scanzonata ("Best Of The Best", "Sucks To Suck", "Brawl At The Pub"), ed autoironica alla Steel Panther. Adrenalina ne sprigionano a iosa, non vi è un attimo ti tregua, gli Striker sono come un tir in corsa che spazza via ogni ostacolo davanti a sé, forti di una coppia di chitarristi killer spalleggiata da un drumming dirompente. Mai banali negli arrangiamenti, sanno far suonare un disco di metal classico senza mai annoiare, seminando tra le varie tracce break strumentali spettacolari, oppure infilandoci un sax delinquenziale come quello in ‘Give It All’: esperimento già riuscito anche nel recente passato. È arrivato il momento per il quintetto Nord Americano di raccogliere quanto seminato: ‘Ultra Power’ rappresenta la perfetta sintesi del metallo tra il classico ed il moderno.