STILLA: Synviljor
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19/02/2019Quarta uscita in studio per i finlandesi Stilla, la cui discografia ci ha raccontato di un black metal gelido e vicino al concetto di pagan. Parliamo di Enslaved prima maniera, il tutto in una chiave oggettivamente meno progressive e con intarsi ambient di tastiera assai minimali, come da scuola Burzum. Le nostre sono solo citazioni ed accenni, ma è chiaro come al di là di un ferale black metal ci sia anche qualcosa di epico nelle corde degli artisti. Synviljor continua idealmente sulla via percorsa dai suoi predecessori, anche se troviamo meno ispirato il full-length in esame rispetto al recente passato. Il lavoro non riesce mai a pieno a coinvolgerci, parabola discendente per una band che ha certamente qualità, ma dalla quale ci saremmo aspettati un salto di qualità che ad oggi non è stato ancora compiuto. Alcune uscite dal passato ci fanno ben sperare, visti i picchi visti in Ensamhetens andar ad esempio, ma ad oggi pare che l’ispirazione sia in parte venuta meno. Non vogliamo bocciare 'Synviljor', di per sé onirico e capace di emozionare, restando però in più punti fermo e non avendo quell’emotività e vigore necessari a farci librare in volo. Taluni brani paiono più riempimento che altro, ridondanza di suoni sulla quale ci accasciamo, spegnendoci. L’interessante uso della tastiera, delicato ed emotivo, è l’aspetto dal quale bisogna ripartire, unitamente a delle strutture che esaltino la vena pagana del progetto. Non ancora tutto è perduto, ovviamente, sperando questo sia solo un disco interlocutorio all’eccellenza che possono tranquillamente abbracciare.
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