STATIC-X: START A WAR
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10/07/2005Continuano la loro marcia a suon di chitarre fumanti e ritmiche meccaniche gli Static-X, reduci dall’arresto per pedofilia (e conseguente split) dell’ascia Tripp Eisen e dal rientro dell’ex Koichi Fukuda. “Start A War” prosegue degnamente laddove si erano interrotti con “Shadow Zone” un paio di anni fa: sono lontani i tempi dei due capolavori “Wisconsin Death Trip”, del quale le sonorità pù intense fanno a volte capolino in questa sede, e “Machine”, anche se è necessario riconoscere a Wayne Static e compagni di aver proseguito la carriera con stile, riconoscendo i propri limiti e adattando il proprio stile, robotico e freddo, a esigenze anche più commerciali se vogliamo, con puntatine in territori musicali più caldi e comuni. Il marchio di fabbrica è sempre lì in bella evidenza, schiaffiato in faccia e dentro le orecchie dell’ascoltatore con forza, a furia di riff marziali che sembrano spezzare le chitarre in due (ricordo che il buon Francesco “Fuzz” Pascoletti scrisse in occasione di un loro show che i brani degli Static-X rispondono soltanto ad una legge: quella del riff. Parole sante). Tutti i pezzi di “Start A War” si delineano convincenti dal principio, “The Enemy”, “I’m The One”, “Skinnyman” e la tradizionale canzone con il nome Otsego nel titolo, stavolta “Otsego Amigo” che tra le altre cose è una sparatissima cavalcata thrash piuttosto atipica per i quattro, ma comunque valida. Uno “Shadow Zone” parte seconda questo nuovo lavoro, in fin dei conti, nonostante il ritorno di Fukuda sia evidente in più di un passaggio. Non che sia un male, chiaro, ma la speranza che la band possa ripetersi sugli strabilianti livelli di quattro o sei anni fa è ancora tanta. Se dovessero continuare così, mal che vada, ci resterebbe un’ottima band moderna, aggressiva e fuori dal coro quanto basta per farci contenti. Che l’elettricità statica sia con voi.
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