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SONIC SYNDICATE: Confessions

data

21/10/2016
74


Genere: Alt Rock
Etichetta: Despotz
Distro:
Anno: 2016

Burrascosa la storia dei Sonic Syndicate, che sono passati in pratica dalle stelle alle stalle, ed obbligati (per fortuna, col senno di poi) a reinventarsi completamente. Esplosi nel 2008 con il loro secondo album, l'eccellente 'Only Inhuman', gli svedesi di Falkenberg hanno confermato la loro bravura con il successivo 'Love And Other Disasters'. Tour mondiali, successone, e poco dopo il giocattolo si rompe. Nell'ordine: il singer Roland se ne va, sostituito dal britannico Nathan; esce un disco imbarazzante, 'We Rule The Night'; se ne vanno l'altro singer Richard e il cugino Roger, che insieme al sopracitato Roland formano i The Unguided mostrando chi era la vera mente qualitativa della band; i nostri cercano di recuperare terreno con un disco omonimo, che si rivela appena sufficiente e che convince la Nuclear Blast a cacciarli. E siamo arrivati al presente: degli inizi è rimasto soltanto Robin, più volte percepito come una testa calda motivo dei vari allontamenti e bizzarri cambi di stile, ma stavolta si può dire che la sterzata stilistica (si spera definitiva) dei Sonic Syndicate sia pienamente riuscita, a partire dalla copertina. 'Confessions' è un album di electro rock moderno fresco e ispirato, alle volte un po' derivativo, ma godibile per tutta la sua durata e che va ascoltato senza tenere a mente chi erano i SoSy di prima. Già dalla danzereccia title-track posta in apertura si possono apprezzare gli ottimi arrangiamenti elettronici e i ritornelli vincenti, due aspetti che fanno da padrone il disco e rendono brani come "It's A Shame", "Start A War", "Still Believe" e "Halfway Down The Road" delle vere e proprie hit. Ci sono echi di rock moderno in stile 30 Seconds To Mars in "Life Is Not A Map", e mentre "I Like It Rough" è forse il peggior brano della band dai tempi dell'indimenticata "Turn It Up", la ballata zuccherosa "Closure" risulta ben inserita nella tracklist pur rischiando di farvi venire qualche carie. 'Confessions' è dunque un validissimo punto di ripartenza per una band che ha letteralmente cambiato pelle, e che probabilmente non ha cambiato nome solo per non intaccare la dubbiosa, ma ancora consistente fanbase.

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